Storie e diritti al centro della sanità calabrese. Il messaggio del Garante
Dalle liste d’attesa alla mobilità sanitaria, Anna Maria Stanganelli invita a scelte politiche e investimenti concreti

REGGIO CALABRIA Non una semplice relazione tecnica, ma un racconto corale fatto di diritti, criticità e responsabilità istituzionali. Nella sala “Federica Monteleone” del Consiglio regionale della Calabria, la Relazione annuale del Garante della Salute ha acceso il confronto sul presente e sul futuro della sanità regionale.
Ad aprire i lavori sono stati i saluti istituzionali di Giovanni Fedele, Segretario Generale del Consiglio regionale della Calabria, che ha sottolineato l’importanza del ruolo delle istituzioni regionali nel garantire trasparenza, ascolto e tutela dei diritti dei cittadini, richiamando il valore del Consiglio come luogo di confronto democratico sui temi che incidono direttamente sulla vita delle persone.


Continuità assistenziale e ruolo del Garante
A introdurre il dibattito è stato il dott. Tripepi, che ha richiamato con forza una delle priorità della Calabria: la continuità assistenziale. «Nel nostro Paese vige l’obbligo della continuità delle cure – ha affermato – e in una regione come la nostra questo principio deve essere considerato una priorità assoluta». Tripepi ha poi sottolineato come la continuità debba riguardare anche i servizi di tutela istituzionale: «Sarebbe auspicabile che la stessa continuità fosse garantita anche ai servizi offerti dall’Ufficio del Garante della Salute, affinché nessuna persona fragile si trovi priva di un interlocutore. Nessuno deve rimanere senza una voce istituzionale capace di rappresentare i bisogni dei cittadini e di richiamare alla responsabilità chi quelle responsabilità le esercita».
«L’incontro di oggi non vuole essere solo un momento di resoconto, ma soprattutto un’occasione di confronto e di riflessione con istituzioni, operatori sanitari e cittadini», ha aggiunto Tripepi, ringraziando in particolare il professor Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.
Di grande rilievo l’intervento del professor Rocco Bellantone, che ha arricchito il confronto con una visione di respiro nazionale, sottolineando come la Calabria rappresenti una sfida cruciale per l’intero Servizio sanitario nazionale.
La relazione annuale
La relazione annuale è stata presentata da Anna Maria Stanganelli, già Garante della Salute della Regione Calabria, che ha tracciato un bilancio puntuale del lavoro svolto, mettendo al centro le persone prima delle strutture e le storie prima delle statistiche. Il documento evidenzia luci e ombre del sistema sanitario calabrese: dai diritti alla salute come esigibili, all’accesso alle cure, dalle liste d’attesa alla mobilità sanitaria, fino alla tutela dei soggetti più fragili.
Il ruolo storico e sociale del Garante
Stanganelli, molto emozionata, ha ricordato il percorso del Garante in Calabria: istituito nel 2008, è diventato operativo solo nel 2022, con il suo primo incarico. In questi anni, l’Ufficio ha gestito migliaia di segnalazioni, con circa l’80% risolte positivamente, grazie alla collaborazione con le autorità sanitarie, i professionisti e il mondo dell’associazionismo.
«Il Garante deve essere prima di tutto un presidio di ascolto, presente e disponibile, capace di accogliere le storie dei cittadini con empatia», ha sottolineato Stanganelli, evidenziando l’importanza di esercitare il ruolo con autorevolezza per stimolare le istituzioni a scelte più efficaci.
Nodo centrale della sanità calabrese
La Relazione evidenzia come il nodo centrale della sanità calabrese non sia solo la disponibilità di risorse, ma la capacità di trasformarle in servizi fruibili dai cittadini. I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) mostrano miglioramenti in prevenzione e assistenza ospedaliera, ma permangono criticità nell’assistenza distrettuale, nella continuità assistenziale e nella mobilità sanitaria in uscita, spesso “obbligata”.
Ritardi significativi riguardano anche l’attuazione dei progetti PNRR, come Case della Comunità e Ospedali di Comunità.
Le segnalazioni dei cittadini
Le segnalazioni raccolte evidenziano problemi concreti: lunghe liste d’attesa, difficoltà nell’accesso a cure domiciliari e residenziali, sovraffollamento dei Pronto Soccorso, carenze nell’assistenza territoriale, farmaceutica e oncologica, disomogeneità dei servizi sul territorio, criticità legate all’umanizzazione delle cure e alla sicurezza del personale sanitario. Il Garante si conferma efficace nella gestione dei singoli casi, sbloccando percorsi diagnostici e prestazioni essenziali, ma per risolvere le criticità strutturali servono scelte politiche, organizzative e investimenti di medio-lungo periodo.
Il lascito del mandato
La Relazione chiude un ciclo, lasciando un messaggio chiaro: garantire continuità, responsabilità e tutela dei diritti non è più rinviabile, e la Calabria può cambiare solo mettendo al centro le persone.
Stanganelli ha voluto lasciare un messaggio a chi assumerà l’incarico: «Custodire la fiducia dei cittadini come un bene prezioso; continuare a costruire ponti tra persone e istituzioni; mantenere lo sguardo fermo sulle fragilità e sulle ingiustizie». «È il racconto di un impegno quotidiano, spesso silenzioso, che ha cercato di trasformare il dolore dei cittadini in un sentiero di diritti troppo spesso negati e le paure in speranze ritrovate». Il lascito del mandato – ha concluso – «vuole essere un seme: piccolo, fragile, ma capace di mettere radici profonde. Il seme dell’attenzione, della cura, dell’empatia».
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato