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dalle trote al caviale

Sulle tavole del Natale trionfa l’acquacoltura

Consumi in crescita, richiesta di trasparenza e centralità delle produzioni nazionali: il settore guarda al 2026 con fiducia

Pubblicato il: 22/12/2025 – 12:32
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Sulle tavole del Natale trionfa l’acquacoltura

ROMA Il periodo natalizio conferma l’ascesa dell’acquacoltura italiana, con un’offerta che unisce tradizione, qualità e identità territoriale. Spigola e orata allevate restano tra le scelte più ricorrenti nelle famiglie, la trota d’acquacoltura mantiene un ruolo centrale nelle ricette festive e il caviale italiano consolida il suo primato internazionale. Accanto a queste produzioni, un ricco patrimonio di specie minori racconta la biodiversità gastronomica del Paese, un valore che risuona con particolare forza nell’anno in cui la cucina italiana entra nel patrimonio Unesco.
«L’Italia ha una relazione antica con il pesce allevato» osserva Matteo Leonardi, presidente API-Associazione Piscicoltori Italiani. «Oggi questa relazione si rafforza grazie a un consumatore più informato, attento alla sostenibilità e al valore delle nostre produzioni». I dati dell’indagine “Attitudine al consumo di pesce” confermano una tendenza netta: il pesce d’acquacoltura è percepito come un prodotto sostenibile, controllato e trasparente. Provenienza, metodo di allevamento e qualità delle acque sono i fattori che orientano in modo decisivo le scelte dell’acquirente.
Sul piano istituzionale, trasparenza e informazione diventano temi centrali. API e AMA-Associazione Mediterranea Acquacoltori hanno chiesto al ministro Lollobrigida di estendere all’Ho.Re.Ca. l’obbligo di indicare l’origine del pesce servito fuori casa, completando così l’ultimo passaggio della tracciabilità. Con oltre la metà del consumo che avviene nei ristoranti, garantire al cliente lo stesso livello informativo del punto vendita significherebbe valorizzare le produzioni italiane e consolidare la fiducia dei cittadini.
Il 2025 ha riportato al centro anche la maricoltura. In audizione al Senato sul ddl “Valorizzazione della risorsa mare”, Claudio Pedronivicepresidente esecutivo per la Maricoltura API, ha evidenziato il divario crescente tra una domanda in forte espansione e una produzione interna che non riesce a tenere il passo. L’Italia è uno dei Paesi europei con il più alto consumo pro capite di pesce — circa 31 chilogrammi annui — ma conta soltanto diciannove concessioni marittime operative. «Abbiamo oltre ottomila chilometri di costa» ha ricordato Pedroni «ma una capacità produttiva ancora molto lontana dal potenziale del Paese e dall’evoluzione del mercato».
Questo Natale conferma dunque un doppio trend: consumatori più consapevoli e un settore che investe in sostenibilità, innovazione e competitività. L’acquacoltura italiana entra nelle festività come scelta gastronomica di qualità e come componente strategica della filiera agroalimentare nazionale, pronta ad affrontare il 2026 con rinnovata fiducia.

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