«Il governo Meloni continua lo smantellamento dei diritti dei lavoratori»
Calabrone (Fiom Cgil Calabria): l’emendamento Pogliese rende più difficile il recupero dei crediti vantati dai dipendenti nei confronti delle aziende

COSENZA «Il Governo Meloni continua lo smantellamento dello Stato sociale e dei diritti dei lavoratori. Nella manovra economica, infatti, l’emendamento presentato dal senatore Pogliese di Fratelli d’Italia rende più difficile il recupero dei crediti da lavoro vantati dai dipendenti nei confronti delle aziende. Si tratta, di fatto, della volontà dell’esecutivo di fare cassa sulle spalle dei più deboli e di agevolare quelle imprese che sfruttano e sottopagano i lavoratori». Lo afferma Umberto Calabrone della Fiom Cgil. «L’emendamento – prosegue Calabrone – interviene sulla disciplina dei crediti da lavoro, limitando la possibilità per i lavoratori di ottenere gli arretrati salariali anche quando un giudice accerta che la retribuzione percepita è stata inferiore a quanto previsto dalla legge o dai contratti collettivi. In sostanza, si riduce la tutela di chi è stato costretto ad accettare salari non conformi, indebolendo uno dei pochi strumenti di difesa contro il lavoro povero e sottopagato. Questa misura colpisce milioni di lavoratori in un Paese che già oggi detiene un primato negativo in Europa per i bassi salari, anche a causa della mancata applicazione dei contratti collettivi nazionali maggiormente rappresentativi in tutte le loro parti. Con questo emendamento, un lavoratore che nel corso della propria vita lavorativa chiederà il riconoscimento integrale di quanto previsto dal contratto nazionale non potrà più ottenere gli arretrati. La situazione è ancora più grave in una regione come la Calabria, dove i dati dimostrano chiaramente come il lavoro sia largamente sottopagato. Qui il bisogno di un reddito spesso costringe i lavoratori a rinunciare alla rivendicazione dei propri diritti, che vengono fatti valere solo dopo il consolidamento del rapporto di lavoro o alla sua cessazione. Anche in questi casi, persino quando un giudice riconosce la legittimità delle richieste, non sarà più possibile ottenere gli arretrati dovuti. In questo modo si minano ulteriormente i diritti dei lavoratori e si rafforza l’uso dei cosiddetti “contratti pirata”, strumenti che consentono alle aziende di abbassare salari e tutele, favorendo sfruttamento e precarietà. Non è la prima volta – conclude Calabrone – che il Governo Meloni tenta di introdurre questo provvedimento, dopo essere stato accantonato nei mesi scorsi, è stato inserito all’ultimo momento nella manovra economica. Ancora una volta l’esecutivo interviene su temi che incidono direttamente sulla vita dei lavoratori senza confronto e con modalità autoritarie, peggiorando il sistema pensionistico e cancellando diritti che a parole dichiara di voler difendere».
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