Sulla “strada della morte” calano le vittime, ma resta l’emergenza. «Morti di ogni età in tutte le province della fascia ionica»
Tra numeri tragici, “punti neri” e l’annuncio di «un’iniziativa» storica per il prossimo 17 gennaio. Pugliese: «Ora faremo rete con le famiglie»

Numeri in calo nell’anno che si appresta a terminare, ma la Strada Statale 106 Jonica continua a mietere vittime: 19 nel 2025, a fronte delle 21 come media degli ultimi anni e delle 29 vite spezzate del 2024. Ribattezzata tristemente la “strada della morte”, è da anni al centro di una battaglia civile portata avanti dall’Organizzazione di Volontariato “Basta vittime sulla Strada Statale 106”, che stila report e registra le criticità sulla tratta calabrese. Ad analizzare ai nostri microfoni i dati dell’anno appena trascorso è Fabio Pugliese, direttore operativo dell’associazione che spiega come la provincia di Cosenza sia attualmente maglia nera con 9 vittime: «Si muore in tutte le province e a tutte le età».
L’iniziativa: una rete tra i familiari delle vittime
L’Organizzazione ha annunciato un incontro che viene definito «storico» per il prossimo 17 gennaio. Chiamati a raccolta i familiari delle vittime. «Per la prima volta nella nostra storia ultradecennale, – spiega Pugliese – abbiamo organizzato un incontro con i familiari delle vittime. L’idea nasce dall’esigenza di fare rete, di iniziare a smuovere le cose in modo diverso. Vorremmo fare qualcosa di dirompente e storico che riesca finalmente a scuotere le coscienze. Ci rendiamo conto che, nonostante gli sforzi fatti in questi anni, non siamo ancora riusciti a ottenere il cambiamento radicale che serve. È il momento di unire le forze con chi ha vissuto il dolore sulla propria pelle».
Il bilancio del 2025: numeri e “maglie nere”
Un 2025 che si è chiuso con un dato in controtendenza con gli anni precedenti. «Emerge – afferma il direttore operativo – un dato che potremmo definire “positivo” se paragonato al passato, ma resta un bilancio tragico. Abbiamo registrato 18 vittime, un numero inferiore alle 29 dello scorso anno e sotto la media annuale di 21. Tuttavia, questo calo è probabilmente dovuto a un fattore esterno: quest’anno sulla fascia ionica c’è stato il “deserto”. Se avessimo avuto il solito afflusso estivo, saremmo probabilmente sugli stessi valori del 2024».
Qual è la geografia del rischio in Calabria? «Si muore ovunque, ma con differenze territoriali nette. Quest’anno la provincia di Cosenza è la maglia nera con 9 vittime. Seguono Reggio Calabria con 4, Catanzaro con 3 e Crotone con 2. È un dato costante da cinque anni: il pericolo non risparmia alcuna provincia». Dai dati raccolti dall’Organizzazione emerge inoltre che: «Il dolore attraversa ogni generazione. Sono morti 4 ultrasettantenni e 5 persone sopra i 50 anni. Ma il dato più straziante riguarda i più giovani: 9 vittime avevano meno di 50 anni, e tra queste, 5 erano ragazzi tra i 17 e i 20 anni».
«I dati – aggiunge Pugliese – certificano una duplice responsabilità. Da un lato c’è indubbiamente la condotta di chi guida, la corresponsabilità umana nel verificarsi dei sinistri. Ma dall’altro emerge una mancanza di interventi vergognosa. Parlo di manutenzione ordinaria e straordinaria e, soprattutto, della messa in sicurezza dei “punti neri”».
Ed esistono tratti specifici in cui rischi appaiono più alti. «Nel gennaio 2023 abbiamo presentato un rapporto basato su un decennio di monitoraggio: 205 vittime concentrate in non più di 15 località precise. Solo a Corigliano Rossano abbiamo contato 32 morti. Sono punti critici noti, mappati, ma che restano lì, immutati. Il fatto che le istituzioni e l’Anas ignorino questi dati è un’aggravante che non possiamo più tollerare».
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