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Il verbale del pentito

‘Ndrangheta, il “carico dei sub” mai partito dal Brasile e le finte minacce alla moglie di Assisi. «Doveva restituirci quei soldi»

Il pentito Castagnotto in un verbale chiama in causa Paula Assisi oltre a Pipicella e De Carne. «Lo stratagemma funzionò»

Pubblicato il: 28/12/2025 – 7:00
di Giorgio Curcio
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‘Ndrangheta, il “carico dei sub” mai partito dal Brasile e le finte minacce alla moglie di Assisi. «Doveva restituirci quei soldi»

LAMEZIA TERME Viene descritto come uno dei soggetti economicamente più esposti nelle operazioni di narcotraffico dal Brasile. Una sorta di finanziatore prima, creditore poi, di ingenti somme di denaro legate a carichi di cocaina sequestrati o mai partiti. A ricostruire il ruolo di Giovanni Pipicella è il collaboratore di giustizia Enrico Castagnotto, torinese classe 1974 ma di origini calabresi, coinvolto nell’operazione “Samba” della Direzione distrettuale antimafia di Torino. Nel suo racconto ai pm della Dda, emergono ulteriori dettagli su alcuni degli indagati e, in particolare, sulle dinamiche economiche che ruotano attorno ai traffici di droga dal Sud America.

I 400 mila euro per il “carico dei sub”

Il primo carico di rilievo descritto dal collaboratore è quello noto come il “carico dei sub”.
«Io, De Carne e Pipicella avevamo mandato poco più di 400 mila euro per quel carico a “Diesel” e Paula (moglie di Patrick Assisi, ndr)», spiega Castagnotto. Il denaro, sempre secondo il suo racconto, sarebbe stato consegnato in contanti, all’interno di un trolley, a Torino, a un emissario inviato dai fornitori: «Ci siamo incontrati in un cortile non lontano da dove Pipicella aveva una pizzeria al taglio». L’appuntamento – riferisce il collaboratore – sarebbe stato organizzato da “Diesel” tramite criptofonini. L’emissario «veniva da fuori città ed era arrivato in macchina, era uno straniero, penso brasiliano». Dei 400 mila euro complessivi, «metà li avevamo messi io e De Carne, l’altra metà Pipicella».



Il carico mai partito

Nel verbale, Castagnotto utilizza l’espressione “carico dei sub” per indicare un’operazione di narcotraffico diversa da quelle via container, basata su una tecnica più sofisticata e rischiosa. La cocaina, infatti, avrebbe dovuto essere occultata nelle griglie del sistema di raffreddamento dei motori della nave, sotto la linea di galleggiamento, e inserita in acqua poco prima della partenza. A questa operazione avrebbe partecipato anche Pipicella, «investendo 200 mila euro». Il carico, però, non sarebbe mai partito: «Paula e Diesel prima tergiversano, poi non rispondono più ai messaggi. Non lo fecero partire e si tennero i soldi». Secondo Castagnotto, da qui nasce l’esposizione economica di Pipicella: «Avanzava 450 mila euro, i 200 mila del carico dei sub e altri 250 mila che aveva mandato a Vincenzo Pasquino, sempre tramite me e De Carne, per un altro carico precedente che però non fu mai spedito. E Pasquino trattenne quei soldi».

Patrick Assisi
Patrick Assisi

Le finte minacce e il recupero del denaro

Per recuperare il denaro, sempre secondo il collaboratore, Pipicella si sarebbe affidato al duo Castagnotto–De Carne. Nel mirino finisce la madre di Patrick Assisi. «De Carne sapeva che la mamma di Patrick, Rosalia Falletta, gestiva il denaro della famiglia Assisi o che comunque vi aveva accesso», racconta Castagnotto. «Visto che era Paula a doverci restituire quei soldi, volevamo trovare il modo di riprenderceli dalle casse della famiglia». A questo punto, il collaboratore spiega che, su richiesta di De Carne, avrebbe inviato finti messaggi di minaccia allo stesso De Carne e a Paula, simulando un pericolo imminente. «Questo stratagemma funzionò», afferma Castagnotto. «De Carne prese i soldi e a me diede quasi 500 mila euro in contanti, che io restituii a Pipicella per saldare il debito che avevamo nei suoi confronti».



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