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Un modello che funziona: risultati eccellenti per i progetti “Dopo di Noi” a Crotone e Cosenza

La conclusione delle attività rilancia il tema di un welfare capace di sostenere autonomia, famiglie e professionalità specialistiche nel tempo

Pubblicato il: 30/12/2025 – 19:40
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Un modello che funziona: risultati eccellenti per i progetti “Dopo di Noi” a Crotone e Cosenza

CROTONE/COSENZA Si sono conclusi con risultati significativi i progetti “Mettiamo su Casa” e “Il Fiore di Mandorlo“, realizzati negli Ambiti Territoriali Sociali di Crotone e Cosenza e finanziati coi fondi della Legge 112/2016 sul “Dopo di Noi“. A segnarne il bilancio è l’associazione Gli altri siamo noi, soggetto attuatore degli interventi. Un’esperienza che ha coinvolto complessivamente 20 persone con disabilità del neurosviluppo, tracciando percorsi concreti verso l’autodeterminazione e l’emancipazione dal nucleo familiare.
I numeri delineano un investimento sostanziale sul territorio: oltre 184.000 euro di fondi pubblici, integrati da un cofinanziamento di circa 37.500 euro, tra prestazioni volontarie e risorse proprie, hanno alimentato un ecosistema di competenze che ha visto l’impiego di psicologi, educatori professionali, assistenti sociali e operatori sociosanitari. Complessivamente, si contano oltre 4.700 ore di intervento specialistico che hanno accompagnato i beneficiari nell’acquisizione di autonomie quotidiane, competenze prelavorative e consapevolezza del proprio essere adulti.
Il progetto “Mettiamo su Casa”, attivo da luglio 2024 a dicembre 2025 nell’Ambito di Crotone, ha seguito 16 giovani adulti attraverso percorsi psicoeducativi, laboratori di vita indipendente e prime esplorazioni del mondo lavorativo. Parallelamente, “Il Fiore di Mandorlo” ha supportato 4 persone nell’Ambito di Cosenza, consolidando competenze di vita domestica e comunitaria attraverso metodologie inclusive e partecipate.

Un ecosistema economico e sociale da preservare

Oltre al valore intrinseco per i destinatari diretti e le loro famiglie – finalmente sostenute nell’affrontare la complessa transizione verso l’autonomia dei propri congiunti – questi interventi rappresentano un volano economico per il territorio. La rete di professionisti coinvolti, dalle figure educative a quelle sanitarie, costituisce un tessuto occupazionale qualificato che rischia di disperdersi senza la garanzia di continuità programmatica.
La sfida della non autosufficienza e della disabilità grave non ammette soluzioni episodiche. L’uso strategico dei fondi dedicati alla Legge 112/2016 e non solo significa tutelare simultaneamente il diritto all’autodeterminazione e all’abitare delle persone con disabilità, il sollievo delle famiglie spesso abbandonate a se stesse, e la stabilizzazione di professionalità specialistiche che rappresentano un patrimonio per l’intera comunità.
L’interruzione di questi percorsi equivarrebbe a un duplice fallimento: sociale, perché vanificherebbe anni di conquiste individuali faticosamente acquisite; economico, perché disperderebbe competenze maturate sul campo e cancellerebbe opportunità occupazionali in settori strategici per il welfare territoriale.
Per l’associazione Gli altri siamo noi, la conclusione di questa fase progettuale non può trasformarsi in un punto di arrivo. Il percorso verso l’inclusione autentica richiede investimenti strutturali, non finanziamenti frammentari destinati a esaurirsi ciclicamente. Solo attraverso programmazioni pluriennali sarà possibile consolidare risultati, garantire prospettive esistenziali dignitose e durature, preservare quella rete di operatori che costituisce l’infrastruttura umana del nostro sistema di protezione sociale.

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