LAMEZIA TERME La piazza di Cosenza – al di là della polemica (soprattutto social) sulle prospettive fotografiche – ha lanciato un segnale: Giorgia Meloni ha “bucato” lo schermo. La conferma per la Calabria arriva dal nostro sondaggio – un’iniziativa di Corriere della Calabria, Video Calabria, L’altro Corriere Tv e Termometro politico – che assegna a Fratelli d’Italia il 27,2% dei consensi. Risultato in linea con la tendenza nazionale; in realtà un boom per queste latitudini, se si pensa che alle Politiche del 2018 Fdi si era assestata attorno al 4,5%. Secondo il trend rilevato da Termometro politico con un metodo misto (somministrazione classica e online) i meloniani potrebbero sestuplicare i voti nella prossima tornata. Successo, forse, imprevisto anche nel quartier generale di Fratelli d’Italia.
Numeri monstre che finiscono per trainare tutto il centrodestra verso un “cappotto” nei collegi uninominali: sette a zero è la previsione del sondaggio. Trionfo per la coalizione di centrodestra, disfatta per il centrosinistra.
I numeri delle prime tre aggregazioni: centrodestra al 49,2%, Movimento Cinquestelle al 20,3%, Centrosinistra al 20%. Su base regionale neppure il campo largo – schema adottato nelle comunali e che ha premiato il centrosinistra a Cosenza – avrebbe frenato la coalizione a tre Meloni-Berlusconi-Salvini. Diverso il discorso nei collegi nord, che analizziamo in un servizio a parte.
A proposito di (altre) cose inattese: non solo il M5S tiene in Calabria, ma riesce addirittura a superare (e non di poco) il Partito democratico. In termini numerici: M5S secondo partito al 20,3%, Pd al 15,8%. Evidenza statistica da sottoporre al vaglio delle urne. Comunque in controtendenza rispetto ai sondaggi nazionali. I Cinquestelle, dunque, mantengono il nocciolo duro di un consenso che nel 2018 aveva superato il 40%. È comunque un tracollo, ma consente loro di superare l’ex alleato dopo la rottura sull’agenda Draghi.
Seguono, su scala regionale, Forza Italia (al 12,7%) e Lega (8,1%). Anche in questo caso i termini sono invertiti rispetto al trend nazionale. Ma è nella natura (storica) del consenso: gli azzurri hanno in Calabria una delle ultime roccaforti nel Paese; il Carroccio paga una gestione spesso criticata anche dall’interno.
A parte i primi cinque partiti, resta al di sopra della soglia tecnica (per la garanzia della rappresentanza) del 3% Azione-Italia Viva, che il sondaggio vede al 4,3%. La proposta di Calenda e Renzi, dunque, per ora non sfonda. Restano più di tre settimane di campagna elettorale per risalire.
Oltre il 3% (di un solo decimale) anche ItalExit di Paragone, fresco di visita in Calabria con le sue idee anti sistema. Al 2,8% Sinistra Italiana e Verdi. Il resto sono cespugli: Noi moderati all‘1,2%, +Europa allo 0,9%, Impegno Civico allo 0,5%.
Il sondaggio dice che – exploit di Meloni a parte – la punta estrema del Paese conserva una propria specificità. L’ondata grillina scompare ma i Cinquestelle conservano un bacino di voti consistente che consente loro di superare, seppur di poco, l’aggregazione Pd-Sinistra italiana-Verdi. Testimone della specificità anche il dato che vede Forza Italia superare la Lega. Come per il M5S, questioni di consenso storico che rimane ancorato ai berlusconiani mentre il travaso di voti antisistema premia in maniera quasi esclusiva Fratelli d’Italia, unica forza rimasta fuori dall’aggregazione che ha appoggiato il governo Draghi.
Nell’ambito della rilevazione di Termometro politico, una domanda sulle priorità dei calabresi. Quelle sulle quali, si conta, i cittadini sceglieranno i propri rappresentanti in Parlamento. Complice il dibattito sulla crisi, le prime istanze sono economiche. Economia nazionale e personale monopolizzano il pensiero dei partecipanti al sondaggio. Più lontani i fantasmi della pandemia e i guai della sanità. Così come giustizia e sicurezza (nonostante alcune forze politiche spingano molto sul punto). (redazione@corrierecal.it)
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