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Disastro ambientale sul Tirreno cosentino: due arresti

PAOLA I fanghi venivano smaltiti direttamente in mare. È successo in almeno due casi, accertati dalla Procura di Paola. Per questa ragione, con le accuse di disastro ambientale, illecito smaltiment…

Pubblicato il: 02/11/2011 – 18:39
Disastro ambientale sul Tirreno cosentino: due arresti

PAOLA I fanghi venivano smaltiti direttamente in mare. È successo in almeno due casi, accertati dalla Procura di Paola. Per questa ragione, con le accuse di disastro ambientale, illecito smaltimento dei rifiuti e frode in fornitura, sono stati arrestati Domenico Albanese, amministratore delegato della Smeco, (società che gestisce la maggior parte dei depuratori del Tirreno cosentino) e Jessica Plastina, dirigente della stessa società. I due provvedimenti di custodia cautelare sono la prima tappa raggiunta dall`inchiesta che gli uffici giudiziari conducono da circa tre anni. Gli stessi in cui le condizioni del mare sono andate via via peggiorando.
Le normali pratiche di trattamento degli inquinanti sarebbero state eluse in almeno due casi, in cui i reflui sarebbero stati gettati direttamente in mare. In particolare a Fuscaldo, i fanghi venivano interrati in un torrente e trascinati a mare dalle acque del fiume in piena. L`effetto era, ovviamente, una politiglia maleodorante che i bagnanti della zona hanno segnalato con esposti e denunce all`autorità giudiziaria. Ma le indagini della Procura, volute dal procuratore Bruno Giordano, continuano e gli inquirenti parlano di migliaia di tonnellate di fanghi smaltiti illecitamente.
Il “caso Fuscaldo”, che il Corriere della Calabria ha raccontato nel numero 8, è esploso ai primi di agosto, quando la Capitaneria di porto di Cetraro ha documentato uno sversamento di inquinanti in mare. I fanghi provenivano dal torrente Maddalena ed erano stati “recapitati” direttamente nel mar Tirreno. La stessa cosa accaduta a Tortora la settimana precedente (in questo caso “l`incidente” è accaduto in pieno giorno). Entrambi i fatti sono, poi, finiti nel fascicolo aperto dalla Procura nel tentativo di fare chiarezza sulla gestione dei depuratori sul litorale cosentino. Un rosario di guasti ai sistemi di depurazione, anomalie che vanno avanti da anni e di un dato agghiacciante. Gli investigatori paolani, setacciando le bolle di carico e scarico del biennio 2009-2010, avrebbero accertato una verità devastante: due milioni di chilogrammi di fanghi esausti provenienti dal processo di depurazione dei reflui fognari sarebbero spariti nel nulla. L`inchiesta non finisce qui.

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