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«Black list delle aziende per difendere l`Expo»

ROMA Partita come un fiume carsico dalla Calabria è arrivata a conquistare un posto primario nella geografia criminale in tutta Italia e nel mondo. La `ndrangheta ha soppiantato per importanza, per…

Pubblicato il: 16/04/2014 – 13:14
«Black list delle aziende per difendere l`Expo»

ROMA Partita come un fiume carsico dalla Calabria è arrivata a conquistare un posto primario nella geografia criminale in tutta Italia e nel mondo. La `ndrangheta ha soppiantato per importanza, pericolosità e volume di affari perfino Cosa nostra e ora sta pesantemente cercando di mettere le mani sull`Expo 2015, sulle opere connesse, infrastrutture stradali e cantieri. L`allarme arriva da un lungo articolo di Poliziamoderna che ha raccolto la preoccupazione del procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri secondo il quale oggi la `ndrangheta è l`unica organizzazione criminale presente in tutti i cinque continenti.
Il fatto che le `ndrine abbiano avuto questa escalation è dovuto, secondo gli esperti del Servizio centrale operativo (Sco), proprio alla loro organizzazione basata sulle famiglie e quindi su ferrei legami di sangue e di parentela; per questo la `ndrangheta non ha quasi conosciuto il fenomeno del pentitismo, che pure ha permesso di infliggere colpi durissimi a camorra e Cosa nostra. Un altro aspetto importante, fa notare Nicola Gratteri, è rappresentato dal basso profilo tenuto in questi anni dalle cosche calabresi. «Il fatto è che per decenni la `ndrangheta è stata fortemente sottovalutata – afferma – e in passato l`attenzione era tutta concentrata su Cosa nostra, che storicamente si è fatta notare di più, fino al punto di dichiarare addirittura guerra allo Stato, con stragi, attentati e delitti eccellenti. Di contro la `ndrangheta in tutto questo tempo ha potuto muoversi quasi sempre sotto traccia, specializzandosi nel traffico internazionale di cocaina, utilizzando i broker che hanno garantito contatti con produttori e grossisti e cogliendo il trend della globalizzazione quando ancora nessuno parlava di internazionalizzazione dei mercati».
Secondo Poliziamoderna i veri punti di forza della `ndrangheta rimangono il profondo radicamento e il capillare controllo del territorio che si esercitano, attraverso le estorsioni e l`usura, veri e propri reati spia, che anche a causa della grave crisi economica hanno subìto un brusco aumento nel corso dell`ultimo anno, e attraverso i quali le cosche condizionano le attività produttive e riaffermano il proprio potere intimidatorio. Infine, seguendo la scia lasciata dal traffico di cocaina, dal flusso di denaro sporco e dagli investimenti immobiliari sospetti è quindi possibile disegnare la via lungo la quale le diverse cosche hanno risalito l`Italia e non solo. E per rendere l`idea di come sia avanzato il processo di “delocalizzazione” delle attività criminali delle cosche, è sufficiente ripercorrere tappa dopo tappa, l`itinerario di un virtuale giro d`Italia tracciato dalla `ndrangheta che dalla Capitale conduce fino alla Valle d`Aosta. Oggi l`emergenza si chiama Expo 2015, che suscita grandi appetiti, spiega Gratteri. «Per questo è necessario alzare il livello di guardia e la creazione di black list delle aziende colluse può essere una delle strade da seguire. Di certo bisogna vigilare e seguire l`iter dei vari appalti».
Proprio quello che sta facendo la prefettura di Milano cui spetta la competenza al rilascio delle certificazioni antimafia per tutta la filiera. L`obiettivo è di effettuare, attraverso il lavoro del Gruppo ispettivo antimafia (Gia) tutte le verifiche necessarie per sventare i tentativi di infiltrazione mafiosa che vadano a condizionare le scelte e gli indirizzi delle società e delle imprese operanti nella provincia di Milano. (0020)

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