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Alvaro: «Scopelliti debole e poco lucido. Miseri gli attacchi alla stampa»

«Non è stato piacevole per nulla l’intervento del governatore al congresso provinciale del Pdl di Reggio Calabria. Si può capire che sentirsi assediati per gli attacchi che si subiscono, ormai senz…

Pubblicato il: 20/03/2012 – 13:03
Alvaro: «Scopelliti debole e poco lucido. Miseri gli attacchi alla stampa»

«Non è stato piacevole per nulla l’intervento del governatore al congresso provinciale del Pdl di Reggio Calabria. Si può capire che sentirsi assediati per gli attacchi che si subiscono, ormai senza soluzione di continuità, da molto tempo, può far perdere lucidità, ma scivolare pesantemente, così com’è scivolato, non era proprio il caso». Giovanni Alvaro, membro del coordinamento Grande città del Pdl reggino (già esponente dei “Socialisti uniti – Psi”) stigmatizza quanto affermato da Giuseppe Scopelliti nel corso dell’assise reggina del Popolo della libertà. Secondo l`esponente pidiellino, l’affondo contro avversari politici e media non è stato un «semplice infortunio quanto, piuttosto, l’emergere, dinanzi alle difficoltà del presente, di mai sopite nostalgie di cultura autoritaria e totalitaria di cui ci si è pasciuti in gioventù». Una presa di posizione che «nell’immediato ha potuto ricevere sostegno e applausi» ma che in realtà sarebbe «un’operazione a perdere dinanzi all’opinione pubblica calabrese e nazionale».
La strategia mediatica di Scopelliti non servirebbe a «ridurre la pressione degli avversari contro il governatore e la sua politica, ma solo a riproporre, nella fattispecie, vecchie divisioni tra Reggio e la Calabria, quelle esistenti nella sua stessa città, e quelle presenti all’interno dello stesso Pdl dove non ci sono solo ex militanti di An o nostalgici del vecchio Msi, ma anche forze genuinamente libertarie e democratiche che, a suo tempo, hanno risposto all’appello di Berlusconi, al fine di evitare il pericolo di consegnare il Paese ad una sinistra illiberale». L’atteggiamento del presidente della Regione sarebbe dunque non solo un indice di «debolezza» ma anche di «assenza di lucidità».
«Sbaglia, quindi, platealmente Scopelliti – prosegue Alvaro – quando rispolvera vicende di 40 anni fa con chiavi di lettura di parte. La manifestazione dei 60mila, con la parola d’ordine “Nord e Sud uniti nella lotta” non fu decisa dalla Cgil e dai sindacati di categoria degli edili e dei metalmeccanici di Cgil, Cisl ed Uil, “contro la città di Reggio”, ma a favore della stessa per farla uscire dall’isolamento in cui era stata trascinata dalla cecità dei gruppi dirigenti che, con il motto “boia chi molla”, puntavano a sfruttare la protesta popolare senza offrire alcuno sbocco positivo».
Secondo il dirigente cittadino del Pdl, «da quella manifestazione si è snodato un percorso che ha portato ai grandi movimenti sindacali reggini degli anni ’70, al grandioso movimento per la “vivibilità di Reggio”, e a conquistare quel famoso “decreto Reggio” che ancor oggi produce i suoi effetti, se è vero, come è vero che proprio quel decreto ha permesso alla città di migliorare il suo “status”, e al governatore di costruire il suo iter politico». Per questo, propone di non parlare di “modello Reggio”, bensì più correttamente di “modello decreto Reggio”. Alvaro definisce infine «misera cosa» l’attacco a «qualche giornalista le cui inchieste, oggi, non piacciono. I giornalisti non vanno osannati solo quando fa comodo, né vanno demonizzati quando le loro posizioni non collimano con i propri percorsi. Per prendere le distanze da giornali le cui impostazioni sono lontane dalle nostre scelte c’è un sistema semplicissimo: evitare di finanziarli direttamente o indirettamente e senza, comunque, parlare di complotti tutti da dimostrare».

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