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Scontro sull`Afor, riforma a rischio

Una prova muscolare della maggioranza fa saltare l’accordo bipartisan per la riforma dell’Afor (Agenzia per la forestazione regionale). La seconda commissione Bilancio e attività produttive questa …

Pubblicato il: 26/07/2012 – 14:57
Scontro sull`Afor, riforma a rischio

Una prova muscolare della maggioranza fa saltare l’accordo bipartisan per la riforma dell’Afor (Agenzia per la forestazione regionale). La seconda commissione Bilancio e attività produttive questa mattina ha licenziato a maggioranza il testo che prevede la conversione dell’organismo sub-regionale in ente pubblico economico di tipo privatistico. L’opposizione, compatta, ha votato contro il nuovo provvedimento. Un dettaglio non da poco. Il nuovo progetto di riforma sarà presentato in Consiglio il prossimo 3 agosto, e avrà bisogno della maggioranza dei 2/3 dell’assemblea  per essere approvato. Serviranno dunque almeno i voti di una parte del centrosinistra, che ha dimostrato di non avere intenzione di dare il suo appoggio al testo varato dal centrodestra. Il rischio adesso è che la tanto annunciata riforma degli enti strumentali della Regione si areni un’altra volta, mantenendo in vita quelli che da più parti sono stati definiti come dei “carrozzoni” improduttivi e mangiasoldi.  

LA NUOVA RIFORMA
Il provvedimento approvato dalla commissione presieduta da Candeloro Imbalzano prevede la conversione dei contratti dei dipendenti, che da pubblici diventeranno di natura privata. Una soluzione che ha suscitato malumori nel centrosinistra, propenso a votare la proposta di legge presentata dal vicepresidente della commissione, Rosario Mirabelli. Che è uscito dall’aula anzitempo e visibilmente contrariato. «Ho lavorato un anno a questa riforma – ha spiegato -. È stata apprezzata da tutti, anche dai componenti di maggioranza. Poi però hanno deciso di votare il loro testo. Se non hanno intenzione di cambiare le cose lo dicano, almeno non perdiamo tempo». Adesso resta da capire come il centrodestra abbia intenzione di far passare una riforma sulla quale, alla vigilia, tutti auspicavano un accordo condiviso.

LA PROPOSTA DI MIRABELLI
La riforma dell’Afor presentata da Mirabelli prevedeva invece la conversione dell’organismo in ente pubblico non economico di tipo strumentale. Un progetto grazie al quale operai e dipendenti della controllata regionale avrebbero mantenuto un contratto di natura pubblica, di certo meno oneroso di quello privatistico incluso nel progetto varato dal centrodestra. Un legge, quella redatta dal consigliere di Progetto democratico, che garantiva maggiore tutela per i lavoratori e una ristrutturazione profonda delle funzioni dell’Afor, in modo da inquadrare precisamente i campi di azione dei vertici dell’azienda e dei vari dipendenti.

CONTINUA IL CONTROLLO DELLA POLITICA
Ma oltre al rischio fallimento della nuova proposta, c’è anche la possibilità che alla fine l’Afor rimanga un ente ancora sottoposto alle ingerenze della politica. Nel caso della creazione di un nuovo ente, infatti, l’articolo 54 dello Statuto regionale prevede la nascita di un nuovo organo collegiale, nominato dal Consiglio. Insomma, non è poi tanto peregrino il pensiero diffuso secondo il quale con la nuova riforma a cambiare saranno solo i contratti dei dipendenti. Che, in base al nuovo provvedimento, dovranno essere licenziati – con quel che comporta in termini di spese aggiuntive, inerenti ad esempio alla liquidazione del tfr – per poi essere riassunti con il nuovo tipo di contrattualità. Inoltre – secondo alcuni addetti ai lavori -, non c’è copertura finanziaria per permettere una simile conversione dell’Afor, a patto che non arrivino nuovi contributi statali.

TOCCA ALL’ARSSA
La II commissione adesso tornerà a riunirsi il 31 agosto, quando sarà affrontato il progetto di riforma dell’Arssa (Agenzia regionale per i servizi di sviluppo agricolo), l’altro ente sub-regionale per il quale era previsto un accordo bipartisan. Ma, visti i presupposti, forse non c’è da sperarci.

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