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Fotofinish per disabili

Sosta sprint per portatori di handicap. Sembra il titolo di una barzelletta di pessimo gusto ma, purtroppo, è la paradossale situazione che vivono i cittadini disabili o i loro accompagnatori che dec…

Pubblicato il: 29/07/2011 – 17:20
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Fotofinish per disabili

Sosta sprint per portatori di handicap. Sembra il titolo di una barzelletta di pessimo gusto ma, purtroppo, è la paradossale situazione che vivono i cittadini disabili o i loro accompagnatori che decidano di parcheggiare la loro auto nelle strisce blu a Paola. Nelle aree a pagamento della cittadina tirrenica, la sosta ai veicoli muniti di contrassegno distintivo di soggetti affetti da grave disabilità è consentita gratuitamente. Ma solo per mezz`ora. E previa esibizione del disco orario. Scaduto il termine perentorio, il malcapitato è costretto a pagare il pedaggio o, peggio, a incorrere in una contravvenzione: 39 euro. Peccato che chi ha stabilito questi termini, cioè il comune di Paola, non abbia considerato che il malcapitato in questione non sia un vero e proprio centometrista. Ma un soggetto affetto da “grave patologia motoria o psicomotoria”. Prescrizioni, queste ultime, imprescindibili per ottenere, appunto, dopo una lunghissima trafila burocratica, il contrassegno distintivo da apporre alla vettura. In altre parole, chi è in possesso di questo tagliando, non è assolutamente in grado di muoversi autonomamente ma soprattutto velocemente. Ed ogni comune italiano, visto che partecipa attivamente al rilascio del pass, ne è pienamente cosciente. È l`ente locale, infatti, attraverso il visto del comando della polizia municipale e dell`ufficio dei servizi sociali, a consegnare il tagliando ai portatori di handicap. Ebbene, tutto questo a Paola non basta. Ma nel caso in questione c`è un altro paradosso. La società concessionaria del servizio di sosta a pagamento a Paola, la Irmar, è una cooperativa sociale che ha una sua peculiarità: il 40% dei soci è rappresentato da soggetti svantaggiati. «Persone cioè diversamente abili – si legge dettagliatamente nella scheda di presentazione della Irmar – per le quali il mercato del lavoro non offriva delle reali opportunità di inserimento o gratificazione a livello personale». Inoltre tra gli obiettivi perseguiti dalla società, si legge ancora «vi è quello di creare integrazione sociale». Così una società che ha questi fini e con circa la metà dei soci diversamente abili accetta una convenzione con un comune che conosce esattamente le difficoltà dei portatori di handicap per concedere una mezzoretta di tempo a chi non è certamente autonomo per svolgere le sue attività quotidiane. Non avrà forse ragione la Corte dei Conti, sezione regionale di controllo, che nei giorni scorsi ha bacchettato proprio il Comune di Paola per la sovrastima delle entrate dei suoi bilanci provenienti dalle multe. «Nel periodo 2008-2009 – scrivono i magistrati contabili calabresi – si è registrata una previsione di entrate per sanzioni amministrative e pecuniarie rispettivamente del 162% e 95,18% in più rispetto alla somma accertata in precedenza». Intanto le associazioni di difesa dei diversamente abili sulla questione di Paola annunciano battaglia. «Questa storia – sostiene Margherita Corriere, responsabile regionale dell`Osservatorio dei diritti dei disabili – crea una pressione psicologica notevole a chi è già sottoposto a notevoli disagi. Una sorta di barriera invisibile che lede il suo diritto, costituzionalmente garantito, di libertà di movimento. Certamente noi ci rivolgeremo agli organi preposti per fare valere le ragioni dei più deboli».

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