Rischia di diventare indigesto a molti il menu della manovra finanziaria approvata ieri sera dal Consiglio dei ministri. Tra le pieghe del provvedimento varato dal governo c`è la rimodulazione dell`indennità dei parlamentari che saranno collegate al loro tasso di presenza in Aula e anche una norma che impone lo stop ai “doppi incarichi”. Un esempio? Michele Traversa, attualmente sindaco di Catanzaro e parlamentare del Pdl, dovrà scegliere se abbandonare lo scranno di Montecitorio o la guida del capoluogo calabrese. Nella manovra, tuttavia, non viene specificato se l`incompatibilità verrà estesa anche al livello delle Regioni. A questa possibilità guarda con molta attenzione (se con “preoccupazione”) Gianluca Gallo, consigliere regionale di Udc, e primo cittadino di Cassano allo Jonio. Quel che appare certo è l`obbligo, sempre per le Regioni, di ridurre i consiglieri del 20%, passando da un numero complessivo «di 775 consiglieri a 610». Una sforbiciata, inoltre, sarà data agli stipendi degli assessori regionali e verrà istituita la figura del revisore dei conti anche per le Regioni. Alla fine del processo, secondo il ministro Calderoli, si passerà da «un rapporto tra popolazione e rappresentanti di uno ogni 428 cittadini, poco sostenibile, a uno ogni 1100 cerca».
Nello strappo alla rete delle doppie poltrone rientra anche la griglia delle incompatibilità fra la carica di amministratore locale e quella di presidente o consigliere di amministrazione delle società partecipate, prevista dalla riforma dei servizi pubblici locali e travolta insieme alle liberalizzazioni dal referendum del 12 e 13 giugno scorso.
In ogni caso, i provvedimenti adottati dal governo vanno in controtendenza con quanto deciso a Palazzo Campanella alla fine dello scorso anno. In quella seduta del 29 dicembre, con gran parte degli osservatori “distratti” dalle vacanze natalizie, la legge regionale 29 dicembre 2010 n. 34 (“Collegato alla manovra finanziaria per l`anno 2011”) è passata con un codicillo. Dice che «anche in deroga a quanto previsto dall’articolo 4 della legge 154/81 e dell’articolo 65 del decreto legislativo 267/00, le cariche di presidente e assessore della giunta provinciale e di sindaco e assessore dei comuni compresi nel territorio della Regione sono compatibili con la carica di consigliere regionale». Tradotto: è possibile essere contemporaneamente sindaco o assessore di una grossa città come Cosenza e rappresentante della massima assemblea elettiva calabrese. La legge, come era prevedibile, è stata impugnata dal governo e ora si attende la pronuncia della Corte costituzionale.
Da Roma, comunque, i segnali arrivati con il varo della manovra sono indicativi e vanno in direzione di una robusta razionalizzazione della spesa e degli incarichi. Giusto per dare qualche cifra, si conta che il provvedimento sui costi della politica porterà alla cancellazione di 54mila poltrone.
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