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Qualche idea sulla sanità

Una sanità universale, efficace, equa e sostenibile è davvero impossibile da realizzare? Tra le misure del Governo per risanare il bilancio pubblico vi è l’inasprimento dei ticket. Al di là delle pol…

Pubblicato il: 07/09/2011 – 19:25
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Qualche idea sulla sanità

Una sanità universale, efficace, equa e sostenibile è davvero impossibile da realizzare? Tra le misure del Governo per risanare il bilancio pubblico vi è l’inasprimento dei ticket. Al di là delle polemiche che l’intervento sta alimentando c’è da chiedersi se sia questa l’unica strada percorribile. Vero è, come sostenuto da Maurizio Ferrera sul Corriere della sera che non è pensabile una sanità completamente gratuita, ma è altrettanto vero che l’intervento sui ticket è solo una soluzione tampone, senza dubbio efficace per fare cassa. Altro è realizzare una riforma strutturale che possa, nel lungo termine, rispondere alle esigenze del Paese garantendo un sistema sanitario universalistico, ma avendo come obiettivo l’ottimizzazione dei costi.?Il problema non è la mancanza di risorse quanto il loro utilizzo. Nella sanità pubblica italiana vengono dispersi il 27,4% dei finanziamenti, oltre 9 miliardi di euro ogni anno. Le strutture pubbliche ricevono finanziamenti statali più alti del valore delle prestazioni che erogano. Ci sono regioni, come la Calabria o il Lazio, che arrivano a sperperare quasi la metà delle risorse.?La prima operazione da fare, dunque, è individuare dove si concentrano le sacche di inefficienza ed intervenire con coraggio tagliando i costi impropri imposti dalla politica (acquisti inutili, appalti pilotati, dotazioni organiche gonfiate a dismisura per assecondare le esigenze clientelari, ospedali fotocopia ecc). In questa direzione un ruolo può essere svolto dalla riforma del federalismo la cui attuazione è però ancora lontana.?C’è una strada che può essere percorsa subito ed è quella che, indicata nelle linee programmatiche del governo non è stata intrapresa neanche in parte e fa capolino nella manovra di questi giorni: una seria, minima, liberalizzazione con un maggiore coinvolgimento della sanità privata. Ogni anno il 18,3% delle giornate di degenza fornite dal sistema ospedaliero è coperto dal privato convenzionato che però incide sulla spesa sanitaria solo per il 7,4%. Prestazioni di eccellenza – che sono rese a costo zero per gli utenti dagli ospedali a gestione privata accreditati con il servizio pubblico – pesano sulla collettività meno della metà di quanto pesano le stesse prestazioni erogate negli ospedali a gestione pubblica. Ampliare questa quota favorendo la competitività non vorrebbe dire privatizzare la sanità ; al contrario la governance del sistema dovrebbe rimanere dello Stato, detentore, prima, del potere/dovere di controllo sul possesso dei requisiti indispensabili da parte di ogni ospedale pubblico o privato nonché, dopo, della appropriatezza delle prestazioni rese e pagate con la fiscalità generale cioè con i soldi di tutti. Uno Stato  regolatore, controllore ed arbitro rigoroso insomma, e non l`ibrido pernicioso ed opaco di oggi che contiene in sé le funzioni di programmazione, di erogazione, di finanziamento e di controllore di se stesso e dei propri competitori.
Se si sviluppasse un vero sistema competitivo si affermerebbe la regola ferrea di tutti i mercati (anche di quelli regolati): la concorrenza induce più qualità e meno costo con un effetto benefico sui conti pubblici. ?I paesi europei si stanno orientando verso la costruzione di sistemi misti in cui il confronto tra erogatori innesca un meccanismo virtuoso di sana competitività. Un sistema misto pubblico-privato può offrire un buon livello di soddisfazione da parte dei cittadini e il miglior rapporto tra risorse impiegate e risultati ottenuti. Un sistema misto pubblico-privato, opportunamente valorizzato, può dunque giocare un ruolo importantissimo, non solo perché può rispondere con maggiore efficacia alla crescente domanda di assistenza qualificata da parte dei cittadini, ma anche perché può offrire un contributo al riequilibrio dei conti pubblici.

* presidente Aiop (Associazione italiana ospedalità privata)

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