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Nel toto-ministri di Monti anche i nomi di tre calabresi

Ci sono anche i nomi di tre calabresi illustri tra quelli che impazzano nel totoministri di queste ore. Mario Monti è stato chiamato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a traghettare l…

Pubblicato il: 13/11/2011 – 20:07
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Nel toto-ministri di Monti anche i nomi di tre calabresi

Ci sono anche i nomi di tre calabresi illustri tra quelli che impazzano nel totoministri di queste ore. Mario Monti è stato chiamato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a traghettare l’Italia fuori dalla difficile crisi che ne mette a repentaglio l’economia ed ecco che la Calabria, rimasta fuori fino al “mercato delle vacche” dal governo Berlusconi e poi premiata negli ultimi mesi con quattro sottosegretari, potrebbe giocare un ruolo di primo piano in questa impresa.
Già ieri abbiamo scritto del giurista Cesare Mirabelli, originario di Gimigliano (Cz), e per alcuni mesi presidente della Corte costituzionale ed a cui verrebbe affidata la delega alla Giustizia. Dal 2006 è membro del consiglio superiore della Banca d’Italia. È professore ordinario di diritto ecclesiastico presso l’Università degli studi di Roma Tor Vergata nonché presso l’Università Europea di Roma, e di diritto costituzionale nella Pontificia Università Lateranense di Roma. Ricopre inoltre la carica di consigliere generale presso lo Stato della Città del Vaticano, il ruolo più elevato che un laico possa ricoprire Oltretevere.
Il secondo nome è quello di Salvatore Settis, l’archeologo e storico dell’arte di Rosarno che è stato direttore della Scuola Normale di Pisa – dove si era laureato nel 1963 – dal 1999 al 2010. Per lui – a cui le voci assegnano il ministero dei Beni culturali – una straordinaria carriera scientifica all’interno dell’Ateneo che non ha mai abbandonato: studente prima, dicente e direttore poi. L’unica parentesi fra il 1994 e il 1999, quando è andato a dirigere il “Getty center for the history of art and the humanities”. Quasi un risarcimento alla ricca famiglia che, della nostra regione, ha dovuto conoscere prima la faccia più feroce: quella della ’ndrangheta che rapì un giovane rampollo della dinastia americana, il sedicenne Paul Getty III, nella notte del 10 luglio 1973, gli tagliò un orecchio per convincere la famiglia a pagare il riscatto e lo restituì ai suoi cari dopo aver incassato due miliardi di lire il 17 dicembre dello stesso anno. La figura di Settis potrebbe aver restituito alla Calabria l’onore sporcato dalla viltà delle cosche.
Lo studioso è membro del Deutsches Archäologisches Institut, della American Academy of Arts and Sciences, dell`Accademia Nazionale dei Lincei e del comitato scientifico dell`European Research Council.
Nel 2008 si pronuncia in modo esplicito contro la politica di tagli indiscriminati all`Università promossa dal governo Berlusconi sulle pagine dei quotidiani La Repubblica e Il Sole 24 ore, fatto che lo porta, nel febbraio 2009, a dare le dimissioni dalla presidenza del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, dovute soprattutto al desiderio espresso dal neo-ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi che egli non criticasse la linea del governo.
Un ministero – si dice quello delle Attività produttive – potrebbe toccare anche ad Antonio Catricalà, allo stato docente a contratto di Diritto dei consumatori alla Luiss ma soprattutto presidente dell’Autotità garante della concorrenza e del mercato, incarico che ricopre dal 9 marzo 2005.
Nato a Catanzaro nel 1952, Catricalà si è laureato in giurisprudenza in Roma, dove è stato allievo di Pietro Rescigno, ha in seguito vinto il concorso in magistratura ordinaria, nonché superato l`esame di abilitazione all`esercizio della professione forense. Successivamente è stato consigliere e presidente di sezione del Consiglio di Stato.

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