Riordino dei trasporti, il piano della Cgil
COSENZA Prima di tutto il sollievo: il governo Berlusconi non c’è più e nemmeno il ministro Sacconi. Ma a parte questo, restano le emergenze e la Cgil non fa in tempo a godersi il momento che subito…

COSENZA Prima di tutto il sollievo: il governo Berlusconi non c’è più e nemmeno il ministro Sacconi. Ma a parte questo, restano le emergenze e la Cgil non fa in tempo a godersi il momento che subito riprende la trincea delle questioni aperte. Una riguarda i trasporti in Calabria e i protagonisti erano tutti seduti attorno a un tavolo nella sala Auser di Cosenza, per ascoltare la proposta di legge regionale che la Cgil si prepara ad avanzare. I rappresentati delle associazioni delle imprese private, Rocco Carlomagno e Francesco Cribari, al fianco dei vertici del sindacato, mentre assai vistosa era l’assenza di Fausto Orsomarso, consigliere regionale con delega proprio ai Trasporti. Il primo grido di dolore levatosi dall’assemblea riguarda i tagli che Trenitalia ha inflitto alla Calabria, «ben 31 treni in meno» annuncia Nino Cosentino, segretario cittadino del comparto trasporti della Cgil. Il rischio concretissimo adesso è una ulteriore marginalizzazione delle regioni meridionali e di un aggravarsi della situazione occupazionale nel settore. Ma pure il trasporto locale non gode di ottima salute ed è per questo che la Cgil ha immaginato sin nei dettagli una proposta di riordino del settore. Il punto principale di questa proposta si basa sulla costituzione di un unico soggetto che raccolga le imprese e dunque affronti le sfide che si prospettano in modo da coniugare la difesa del lavoro, la qualità dei servizi e la tutela dei principi di impresa. Nel dettaglio si tratterebbe di superare l’attuale situazione, fatta della presenza di cinque consorzi, per dare vita a una unica realtà imprenditoriale, meglio capace di garantire la mobilità interna alla regione, razionalizzando i servizi, calmierando e uniformando le tariffe ma pure mettendo fine alla giungla salariale che ancora vige diffusamente in Calabria. Pino Rota, che della Cgil trasporti è il leader regionale, ha spiegato inoltre che la nascita di un unico soggetto operante nel settore sarebbe meglio attrezzato per affrontare la scommessa della competizione e della liberalizzazione che anche dal nuovo governo Monti sembra annunciata. Qualche non trascurabile perplessità è venuta dai rappresentanti delle imprese, che guarderebbero con maggiore interesse alle tanto attese gare di appalto per le concessioni. Sembra prevalere più uno spirito di azienda che di cooperazione, paventando che la nascita di unico gruppo non garantisca affatto quelle economie che si aspettano, né i vantaggi per i cittadini. Tuttavia oggi le sfide che ci attendono sono di tali dimensioni che i piccoli difficilmente potranno sopravvivere, per questo Massimo Covello, della segreteria regionale della Cgil, insiste nel sottolineare la necessità di dare vita a un unico gruppo, che per dimensioni potrà vincere le scommesse della competitività. La legge regionale che la Cgil si accinge a presentare, inoltre si colloca dentro una quadro normativo deficitario, visto che alla Calabria manca un piano dei trasporti. La necessità urgente è quella di coniugare l’offerta di trasporto pubblico con la domanda dei cittadini, in termini di maggior efficienza nelle tariffe, nelle tratte e negli orari.