Derivati, il primo esposto risale al 2007
CATANZARO La finanza derivata è un affare complicato. E, almeno in Calabria, è un investimento a perdere. Lo è stato sin dal 2003, come ipotizzano i magistrati della Procura di Catanzaro. In questa s…

CATANZARO La finanza derivata è un affare complicato. E, almeno in Calabria, è un investimento a perdere. Lo è stato sin dal 2003, come ipotizzano i magistrati della Procura di Catanzaro. In questa storia di finanza creativa tutti gli elementi sono al loro posto. C`è un consulente che avrebbe preso soldi dalla Regione per suggerirle un`operazione molto poco conveniente. E ne avrebbe presi altri dalla banca che ha, poi, chiuso la transazione. Ci sono dirigenti e funzionari di questa banca, che – secondo l`accusa – sapevano del “raggiro”. E c`è un dirigente dell`ente che si sarebbe reso disponibile a far transitare un bel po` di denaro pubblico nei forzieri dei mercati finanziari. Ci sono tutti i personaggi di cui il giallo ha bisogno. O quasi. Manca la politica, infatti.
E, oggi, la politica gioca a chiamarsi fuori. A ricordare che i derivati non le piacciono. Prendiamo il governatore Scopelliti. Ieri l`Ansa, poco dopo aver divulgato la notizia dell`arresto dell`ex consulente Massimiliano Napolitano, si affrettava a ricordare che «un esposto denuncia riguardante i contratti derivati conclusi dal 2003 al 2008 con alcuni istituti era stato presentato nel luglio scorso dal presiente della Regione Calabria». Nell`esposto si evidenziava che, «attraverso le operazioni effettuate, la Regione ha subito un consistente danno economico, stimato in circa 52 milioni di euro, per il cui risarcimento è già pendente una causa civile al Tribunale di Catanzaro». Proviamo a riassumere: nel luglio 2011, la giunta Scopelliti ha denunciato fatti che si sono verificati in un periodo che copre due momenti istituzionali: il primo “gestito” dal centrodestra di Chiaravalloti (alcuni rappresentanti di quell`epoca sostengono l`attuale maggioranza, immaginiamo l`imbarazzo…), il secondo dal centrosinistra di Loiero.
Ora facciamo un passo indietro, fino all`8 settembre 2007. È il giorno in cui il Sole 24 Ore pubblica un dettagliato servizio sui derivati “a perdere”. Ventiquattro ore dopo, l`allora assessore al Bilancio (della giunta Loiero), Vincenzo Spaziante, con una nota chiede al ministero dell`Economia di aiutare la Regione a orientarsi. Qualche giorno dopo, l`esecutivo decide, all`unanimità, di fare il primo passo: un esposto denuncia da presentare alla Procura di Catanzaro, trasmettendo tutta la documentazione utile per consentire ai magistrati una completa visione dell`accaduto. Loiero spiegherà in seguito: «Non so che fine abbia fatto la denuncia, ma voglio ricordare che fornimmo ogni elemento, come era giusto e doveroso; per il resto abbiamo lasciato che la giustizia facesse il suo corso». L`iter continuò, dopo i rilievi sollevati dalla Corte dei conti. È ancora Loiero a spiegare: «Le strutture regionali ravvisarono l`opportunità di avvalersi di un professionista esterno. Ci rivolgemmo all`avvocato Daniele Portinaro del Foro di Milano, difensore e consulente di varie amministrazioni anche regionali, su analoghe vicende, il quale dopo avere esaminato tutta la documentazione rese un ampio e articolato parere deducendo una serie di irregolarità e illegittimità poste in essere dalle Banche con cui la Regione aveva contrattato». Venne fuori che addirittura due delle Banche erano al tempo stesso consulenti della regione e controparte contrattuale, con le indubbie conseguenze sulla regolarità dei contratti. Il parere, accompagnato da una relazione finanziaria contenente un’analisi dettagliata dei contratti e delle relative clausole, recava anche indicazioni sulle possibili azioni da mettere in campo, prima tra tutte una azione civile per richiedere la dichiarazione di nullità o quanto meno l’annullamento dei contratti, e anche il risarcimento dei danni pari all’ammontare della commissioni occulte rilevate dalla perizia finanziaria. «L`atto di citazione nei confronti di tutte le banche interessate – dice ancora Loiero – fu predisposto negli ultimi mesi della legislatura». Fu sempre il professionista milanese a suggerire « di presentare una denuncia penale ravvisando un’ipotesi di truffa ai danni della Regione». Gli atti erano stati avviati, sia sul piano penale che su quello civile, negli anni tra il 2007 (quando lo scandalo fu sollevato) e il 2010 (quando le azioni legali divennero effettive). Scopelliti e la sua giunta hanno denunciato nel luglio 2011. Almeno in questo caso sarà complicato attribuirsi una primogenitura, visto che le date parlano chiaro. E parlano chiaro anche i referti della Corte dei conti sugli swap del Comune di Reggio, che riferiscono di «criticità e difformità di carattere giuridico» nei contratti di finanza derivata, nonché di «un valore complessivo negativo del “mark to market” (è una misura di quanto il contratto sia conveniente, ndr) di 7,3 milioni di euro». Chi era il sindaco quando i contratti furono sottoscritti? Scopelliti, ovviamente. Ma nessuno si affretta a ricordarlo.