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Se la predica arriva dal pulpito sbagliato

Sigmund Freud, apprezzato inventore della psicanalisi e quindi raffinato intenditore di subconscio, definiva il moralista colui che si lancia contro le debolezze ed i peccati altrui cercando così di…

Pubblicato il: 09/01/2012 – 18:32
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Se la predica arriva dal pulpito sbagliato

Sigmund Freud, apprezzato inventore della psicanalisi e quindi raffinato intenditore di subconscio, definiva il moralista colui che si lancia contro le debolezze ed i peccati altrui cercando così di esorcizzare i propri. Questa analitica impostazione del pensiero ha poi incontrato tantissime conferme. Dai predicatori integralisti, poi sorpresi in un hotel con i ragazzini, al Cardinale cattolico francese che spirò tra le braccia di una prostituta, al fustigatore in toga cui un tizio da lui imputato “prestava” soldi. La surriferita aneddotica mi è venuta in mente leggendo con deferente attenzione l’intervento del sostituto procuratore, dott. Stefano Musolino, nel contesto di un convegno organizzato dal movimento “Reggio non tace” quotidianamente impegnato sul versante della legalità. Si scopre quindi che la stessa non basta poiché deve essere integrata dal rispetto di un complesso di norme poste a tutela di valori morali da contrapporre a quelli sicuramente inappropriati: l’etica in tutte le accezioni. In quest’ottica il giovane magistrato, comunque in procinto di varcare la soglia dell’Olimpo ove siedono i magistrati della Dda, individua sul terreno dell’etica alcuni immorali (o presunti tali) quali S.E. il Vescovo della Diocesi reggina, reo di aver sottolineato il trentennale sacerdozio di un parroco “coinvolto in un grave procedimento penale per fatti di mafia”; il sindaco Arena responsabile di aver soltanto “sculacciato” un assessore sorpreso a dialogare nell’ufficio di un’impresa gestita dal boss di Condera. Trasmettendo, per l’effetto, un messaggio implicito di legittimazione dell’interlocuzione con l’esponente della criminalità organizzata! Considerazioni suadenti ma non troppo nei confronti di un alto prelato da sempre schierato a tutela della legalità e di un neosindaco ai quali ex cathedra si chiede l’adozione di provvedimenti che la stessa Procura non ha adottato legittimando in primis il comportamento dell’assessore.
Incorrendo nelle convincenti critiche del dott. Giuseppe Lombardo che per primo ha parlato di legittimazione dell’imbarazzante interlocuzione, sottolineando il discutibile approccio investigativo di qualche magistrato pronto a girarsi dall’altra parte di fronte alle condotte di taluni politici. Quindi chi si contorce e si tormenta tra Ethos e Mithos perde fatalmente ogni contatto con la realtà alimentando uno scenario pirandelliano che inseguendo la propria identità finisce col perdere per strada il senso della ragione. Rebus sic stantibus nessuna richiesta potrebbe essere articolata alla gente comune “per far sì che operi precise scelte di campo sul versante del contrasto alla malavita organizzata, poiché bisogna essere conseguenti degli atteggiamenti quotidiani senza sconti”. Tutto perfettamente condivisibile se la predica non arrivasse dal pulpito sbagliato e non soltanto per quanto coraggiosamente sostenuto apertis verbis dal dott. Giuseppe Lombardo ma anche perché mentre finiscono in galera magistrati, avvocati, medici, consiglieri regionali, ad altri consiglieri regionali corruttori elettorali, della cui indagine il dott. Musolino è contitolare, la stessa Procura consente al consigliere Rappoccio, sicuramente inconsapevolmente, di organizzarsi per ulteriori campagne elettorali. Si afferma quindi la fantasia chic del progressista elegante che impartisce lectio magistralis sul terreno irto e sconnesso dell’etica che quando si evocano regole che valgono soltanto per gli altri ne esce fortemente impoverita e depotenziata. Con riferimento alla politica, fra l’altro, non va dimenticato che la stessa in questa città ci ha messo ripetutamente la faccia attraverso le denunce connesse alla costruzione dei famigerati sottopassi dell’ente Ferrovie, la commissione consiliare di indagine presieduta da Nuccio Barillà, che non sembra abbiano destato grande interesse investigativo. E allora è triste rilevare come si parli a vuoto e del nulla mentre nella città di Reggio non mancano casi concreti di una Giustizia piuttosto incline a disarmanti compromessi che senza il coraggio della chiarezza e della onestà intellettuale concorrono ad impaludarla ulteriormente.
Infine, ex plurimis, sull’intermittente concetto dell’etica suggerisco la lettura del libro di Stefano Liviadotti “L’ultracasta” che offrendo scomode verità richiama le sentenze burla della sezione disciplinare del Csm capace di prosciogliere finanche una toga pedofila riammettendola in servizio! Ma il dott. Musolino ha soprattutto dimenticato un altro aspetto che ci riporta indietro di circa venti anni quando un altro Musolino, sindaco integerrimo, difese la politica affermando che non era Palazzo San Giorgio il palazzo più sporco della città! Oggi il predetto magistrato lavora proprio all’interno di quel palazzo che il suo illustre genitore considerò più sporco di quello della politica reggina! Sarebbe cosa buona e giusta se provasse a migliorarlo, anche assieme ai dottori Lombardo, Tripodi ed ad altri poco disposti ad inchinarsi alla filosofia della Giustizia elitaria. Magari rischiando grosso come è capitato al dott. Cisterna ed ad altre vittime delle giaculatorie del calzino rivoltato fra l’essere, l’apparire ed il divenire.

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