Impugnata la legge regionale sul sostegno alle persone non autosufficienti
Disparità di trattamento per i cittadini extracomunitari privi di “carta di soggiorno” e mancanza di copertura finanziaria. Sono questi i rilievi giuridici che hanno indotto il Consiglio dei ministri…

Disparità di trattamento per i cittadini extracomunitari privi di “carta di soggiorno” e mancanza di copertura finanziaria. Sono questi i rilievi giuridici che hanno indotto il Consiglio dei ministri, per l’ennesima volta, a impugnare davanti alla Corte costituzionale una legge regionale calabrese: la 44 del 2011, in materia di sostegno alle persone non autosufficienti.
Un provvedimento che pur prefiggendosi un obiettivo nobile, cioè quello della tutela e del supporto ai cittadini che versano in condizioni di difficoltà, è stato censurato dal governo. Non c’è che dire: sul piano della produzione legislativa, la Calabria continua a distinguersi in negativo. E le censure mosse da Palazzo Chigi, su proposta del ministro degli Affari regionali Piero Gnudi, fanno seriamente dubitare sulla competenza di chi fa le leggi nella nostra regione.
In questo caso, viene evidenziata una palese violazione del principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione, perché la legge 44 riserva l’accesso al fondo per le persone non autosufficienti solo a favore degli extracomunitari in regola. L’altro rilievo su cui i giudici delle leggi dovranno pronunciarsi è quello della copertura finanziaria. Il consiglio regionale ha infatti approvato una norma che indica, come principale fonte di finanziamento, il Fondo nazionale per le politiche sociali che però, per effetto del federalismo fiscale, è stato drasticamente ridotto e a cui, comunque, non possono attingere le Regioni a statuto ordinario. Si tratta, dunque, dell’ennesima “legge manifesto” su cui è altamente probabile che si abbatta la scure della Consulta.
CENSORE RAMMARICATO
«Si tratta di una decisione che suscita un forte sentimento di rammarico – sostiene il consigliere regionale del Pd Bruno Censore – in quanto la Calabria, che è una delle regioni che rientrano nell`obiettivo convergenza, non può essere privata degli interventi nazionali di assistenza alle persone e alle famiglie in difficoltà che attendono di poter beneficiare degli strumenti finanziari necessari per essere inclusi nel processo di crescita sociale».
«La compromissione dell`assegnazione delle risorse del Fondo nazionale alla Calabria – prosegue Censore – rischia di incancrenire una serie di problematiche sociali che una politica attenta dovrebbe affrontare e risolvere nel segno dell`uguaglianza e della democrazia. La riduzione delle risorse del Fondo che vengono ripartite alle Regioni e le lacune dimostrate dalla maggioranza che governa questa regione nell`approvare una legge non all`altezza delle esigenze di una larga fetta di cittadini rappresentano la dimostrazione lampante che stanno venendo meno le attenzioni per quella sacche di popolazione che necessitano di un concreto sostegno alla sopravvivenza».