"Meta", Giardina spiega il carisma criminale di Alvaro
Il 18 maggio si concluderà il controesame del colonnello Valerio Giardina da parte dei difensori degli imputati del processo “Meta” contro il gotha della `ndrangheta reggina. Per oltre sette ore, ogg…

Il 18 maggio si concluderà il controesame del colonnello Valerio Giardina da parte dei difensori degli imputati del processo “Meta” contro il gotha della `ndrangheta reggina.
Per oltre sette ore, oggi è stato sentito l`ex comandante del Ros di Reggio Calabria che ha risposto alle domande dell`avvocato Giuseppe Putortì, difensore del boss di Sinopoli Cosimo Alvaro,
facendo riferimento, in particolare, alla rete dei contatti
e degli interessi economici che il capocosca teneva nella città dello Stretto con operatori commerciali ed esponenti della politica.
Giardina ha parlato di alcuni episodi estorsivi subiti dai fratelli Giuseppe, Antonio e Francesco Guadagnino, imprenditori boschivi di Delianuova, che si erano rivolti, a detta dell`ufficiale dei carabinieri, a Cosimo Alvaro, andandolo a trovare a casa a Sinopoli perché sottoposti a richieste estorsive da parte del boss di Castellace Mico Rugolo, suocero dell`imprenditore Giuseppe Princi, assassinato a Gioia Tauro con un`autobomba.
In un`intercettazione ambientale, ha riferito Giardina nel corso della sua deposizione, Alvaro consigliava ai fratelli Guadagnino di «fare le cose giuste e di non temere nulla», riuscendo a mediare, secondo gli inquirenti, in una situazione che stava sfociando verso una fase pericolosa.
«Da questo esempio – ha aggiunto l`ufficiale dell`Arma – trova conferma il carisma criminale di Cosimo Alvaro e la sua capacità di mediare conflitti e attriti di tipo mafioso che gli vengono rappresentati da chi si rivolge a lui per chiedere il suo intervento».