SEQUESTRO DELL`ALACO | Cgil: «Fallita la gestione delle risorse idriche»

CATANZARO «La notizia che la Procura di Vibo Valentia ha sequestrato l`invaso dell`Alaco e ben 57 apparati idrici, la maggior parte ricadenti nella provincia vibonese, e previsto indagini per reati gravissimi come l`avvelenamento colposo di acque destinate al consumo umano e l`inadempienza contrattuale nelle pubbliche forniture, su 26 tra dirigenti e funzionari, a partire dai vertici Sorical, compreso l`attuale presidente Abramo, dirigenti regionali e sindaci, è destinata ad aprire un ennesimo squarcio sulla fallimentare gestione delle risorse idriche in Calabria e sui risvolti sulla tutela della salute, dell`ambiente e del lavoro». Lo sostengono, in una nota, la segreteria regionale e di Vibo Valentia della Cgil. «Riteniamo non più rinviabile – aggiunge la Cgil – l`apertura di un confronto a tutti i livelli nel quale finalmente affrontare strutturalmente la riorganizzazione del “modello gestionale integrato” dell`acqua in Calabria. Le tante inchieste che stanno interessando Sorical nonché la relazione della Corte dei conti stanno facendo emergere un quadro devastante sugli interessi che attorno al bene acqua si muovono nella nostra regione. Sono tutte questioni che andrebbero affrontate in maniera organica e tenendo conto che anche in Calabria l`anno scorso la volontà popolare ha sancito che l`acqua è un bene pubblico e va gestita con modalità relativa». «Nell`esprimere apprezzamento per l`azione intrapresa dalla magistratura vibonese – conclude la Cgil – impegneremo le nostre strutture a tutti i livelli per definire un percorso di iniziative unitarie insieme a tutti i soggetti che hanno sostenuto le ragioni dei referendum per realizzare con urgenza un confronto democratico e partecipato sulle questioni della difesa, salvaguardia e riorganizzazione di un servizio pubblico essenziale come la gestione integrata dei servizi idrici».