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Reggio, il questore si presenta

REGGIO CALABRIA Un ritorno al passato per Guido Longo, il nuovo questore di Reggio Calabria che si è insediato oggi prendendo il posto del neo prefetto Carmelo Casabona. Un ritorno al passato ma con…

Pubblicato il: 12/06/2012 – 13:33
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Reggio, il questore si presenta

REGGIO CALABRIA Un ritorno al passato per Guido Longo, il nuovo questore di Reggio Calabria che si è insediato oggi prendendo il posto del neo prefetto Carmelo Casabona. Un ritorno al passato ma con maggiore esperienza. È lui stesso a raccontarlo nel corso della conferenza stampa di presentazione tenuta nella sala “Nicola Calipari” della questura. «Sono stato qui negli anni che furono. – ha esordito Longo – Spero di reinserirmi. Sono contento perché ho lavorato negli anni migliori della mia vita. Sono andato via alla fine della seconda guerra di mafia. All`epoca le cosche di `ndrangheta erano agguerrite. Allora mi sono trovato bene a livello professionale. Poi sono andato a Palermo dove mi sono trovato nel momento topico delle indagini sulle stragi di Capaci e via d`Amelio. Sono, quindi, andato alla Dia, a Roma, e poi a Caserta dove ho indagato sulla strage di Castelvolturno». Il nuovo questore ha sottolineato, inoltre, che mentre altrove ha trovato questure da ricostruire, a Reggio c`è una situazione sotto controllo. «Proprio per questo – ha aggiunto – dobbiamo mantenere il trend. Non mi piacciono i proclami sulle nostre attività. Alla fine faremo i bilanci e mi valuterete. Non è mio costume privilegiare un settore anziché un altro. Bisogna catturare i latitanti, sconfiggere le organizzazioni mafiose e aggredire i loro patrimoni con i sequestri. In Campania si sta puntando molto sul reimpiego dei cespiti confiscati che significa dare una segnale alle cosche e allo stesso tempo realizzare posti di lavoro per i giovani. Ancora devo prendere contatti con il mondo dell`associazionismo. Speriamo di fare bene anche qui». Una persona concreta, un investigatore più che un questore. La sensazione che ha dato è quella di uomo delle istituzioni vicino alla gente: «Credo molto nel rapporto con gli studenti. Bisogna parlare del fenomeno mafioso perché così si inculca una mentalità nuova. Il silenzio serve solo alla `ndrangheta».

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