Gli archivi di Moro restano nelle mani della famiglia
«Sono costretta per la prima volta nella mia vita a smentire me stessa. Intendevo donare ad un amico sacerdote – con il quale ho lavorato in Africa – il mio archivio privato sugli anni di piombo. Son…

«Sono costretta per la prima volta nella mia vita a smentire me stessa. Intendevo donare ad un amico sacerdote – con il quale ho lavorato in Africa – il mio archivio privato sugli anni di piombo. Sono arrivata fino a Lamezia Terme per firmare la donazione, ma a causa di indebiti tentativi di strumentalizzazione, fuga di notizie e disamore ho deciso di recedere dalla mia decisione precedente e non ho firmato». È quanto precisa la figlia di Aldo Moro a proposito di una iniziativa che intendeva affidare a don Angelo Comito, e solo a lui, le carte raccolte negli anni dalla ex parlamentare sulle vicende legate agli anni di piombo e non solo a questo tema. A questo punto – spiega la Moro – «mi piacerebbe dare alle fiamme il suddetto archivio visto che la verità è abiurata, la memoria vanificata e il degrado imperante. Distruggere tutto avrebbe forse un senso di purificazione dal dolore, che non abbiamo scelto ma ci opprime da troppo tempo. Il fardello dei ricordi – conclude Maria Fida Moro, forse, diventerebbe più leggero senza il peso delle carte, delle foto, delle lettere e delle parole scritte e ricevute. Non so: quello che so è che tutto sembra vano e inutile perfino l`amore».