«Un incontro a Roma con le commissioni Giustizia»?
REGGIO CALABRIA La politica calabrese insorge contro la chiusura dei Tribunali. Lo fa con un consiglio regionale aperto a tutte le forze istituzionali e sociali della regione. Palazzo Campanella ques…

REGGIO CALABRIA La politica calabrese insorge contro la chiusura dei Tribunali. Lo fa con un consiglio regionale aperto a tutte le forze istituzionali e sociali della regione. Palazzo Campanella quest’oggi ha ospitato parlamentari, sindaci, presidenti dei Tribunali e degli Ordini degli avvocati, sindacati, prefetti e presidenti di Provincia. Tutti uniti – almeno per una volta – contro la revisione delle circoscrizioni giudiziarie predisposta dal governo Monti, che stabilisce la soppressione dei Tribunali di Lamezia Terme, Rossano, Paola e Castrovillari.
I margini di manovra sono esigui e molto probabilmente la rimodulazione dei criteri che sarà discussa nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato salverà solo le sedi giudiziarie di Lamezia e Castrovillari, in virtù della loro posizione strategica. Ma l’ombra sinistra della scure dei tecnici non ha scoraggiato la classe politica calabrese, intenzionata a provarle tutte per salvare i quattro Tribunali dalla chiusura.
L’Aula, al termine di un intenso dibattito, ha approvato all’unanimità una mozione che impegna il governatore Scopelliti a richiedere un incontro alle commissioni Giustizia di Camera e Senato e a «farsi portavoce presso il governo nazionale della necessità per il territorio calabrese di non subire passi indietro da parte dello Stato, attraverso la promozione di un tavolo di confronto per trovare le soluzioni più adeguate alle esigenze del sistema giudiziario calabrese e, altresì, assumere ogni iniziativa utile a difesa della presenza dei sopprimendi Tribunali, da considerarsi quali incancellabili baluardi della presenza dello Stato sul territorio, individuando, in alternativa, percorsi di minor impatto sociale per favorire una più efficiente amministrazione della giustizia ed una più radicale diffusione della cultura della legalità».
Il dibattito è stato aperto dal presidente del Consiglio, Franco Talarico, secondo cui la decisione di chiudere i quattro Tribunali è «inopportuna e irresponsabile, in un momento in cui servirebbe un’intensificazione dell’azione delle istituzioni. La Calabria non può subire continue penalizzazioni in un settore decisivo come quello della giustizia. La decisione di sopprimere i Tribunali è stata adottata senza avere chiara la percezione delle conseguenze che possono derivarne sul piano dell’ordine pubblico. Per noi, le sedi giudiziarie che si vogliono tagliare sono insopprimibili».
Particolarmente polemico nei confronti del ministro della Giustizia l’intervento del governatore della Calabria, Peppe Scopelliti: «Il 24 maggio ho scritto una lettera al ministro Severino chiedendo attenzione verso il nostro territorio. Mi aspettavo la convocazione di un incontro, che non c’è stato. Se in un anno e mezzo io ho dovuto dare conto della chiusura di 14 ospedali, perché un ministro non dovrebbe fare la stessa cosa? La scelta della mia amministrazione è che nessun Tribunale deve essere chiuso. Noi continuiamo a dire che va costruita una deroga per Calabria, Campania e Sicilia». Poi Scopelliti lancia una proposta ai parlamentari presenti in Aula: «Potremo anche dire al governo che non sosterremo la linea perché siamo contrari a queste decisioni. È importante assumere una posizione di rottura contro i disagi provocati da questi provvedimenti».
«Questo decreto – secondo Antonino Nasone, segretario Uil Giustizia – raderà al suolo la giustizia in Italia. Non è vero che si risparmiano 50 milioni di euro, i costi saranno ancora maggiori». Per Serafino Trento, presidente Ordine degli avvocati di Rossano, «unire questi Tribunali a Cosenza significa trasferire oltre 150mila processi all’anno. Come potrà funzionare la giustizia in questa provincia?». Provocatorio Basilio Ferrari, sindaco di Paola: «Chiediamo al ministro Severino di rinviare la soppressione a quando sarà completata la A3 o la statale 106. In Calabria c’è bisogno di dimostrare che lo Stato è al nostro fianco». Più articolata la riflessione di Francesco Cicione, vicesindaco di Lamezia, per il quale «la riforma dello Stato è inderogabile, ma va coniugata con l’esigenza di garantire i servizi primari garantiti dalla democrazia. Cosa ha a che fare con l’efficienza e la democrazia la soppressione dei tribunali in Calabria o l’applicazione pedissequa di una legge delega, che puntava a tutelare specificità territoriali alla fine ignorate?». Per Alessandra Baldari, segreteria Cgil Calabria, «il taglio comporta un grave vulnus nella lotta alla criminalità organizzata, che va sommato alla carenza di infrastrutture che rendono specifica la nostra situazione».
Molti gli interventi dei parlamentari calabresi. Per Angela Napoli (Fli) «così come il commissario alla sanità è costretto a chiudere i presìdi e a ledere il diritto alla salute, così il governo rappresentato dalla Severino è costretto a dare attuazione a una legge delega. La critica che possiamo fare è legata solo al fatto di non avere rispettato tutti i criteri stabiliti. Adesso il compito spetta alle commissioni e al Csm». Anche secondo Pino Galati (Pdl), il governo Monti avrebbe potuto fare di più: «Eliminare un cacciatorpediniere, ad esempio, avrebbe garantito lo stesso risparmio derivante dalla soppressione dei Tribunali. Per questa lotta c’è bisogno dell’impegno di tutte le forze politiche. Il rammarico è che all’incontro di oggi non ci sia la deputazione del Pd».
Già, perché oggi all’appello mancavano i senatori e i deputati democrat. Un’assenza che Sandro Principe prova a giustificare: «I nostri parlamentari non sono stati invitati». È l’inizio di una polemica, alimentata anche dal capogruppo Udc Alfonso Dattolo («Spero che l’assenza dei parlamentari Pd sia solo un difetto di comunicazione») e chiusa da Franco Talarico, che ribadisce: «L’invito è stato inoltrato a tutti i parlamentari, ma al di là di questo potevano lo stesso portare un contributo».
Prima della polemica, Principe aveva sottolineato come la chiusura delle quattro sedi giudiziarie «sia una scelta assurda, sia sotto il profilo della criminalità organizzata, sia dal punto di vista dell’allungamento dei tempi della giustizia e dell’isolamento della regione. Senza contare le controversie civili: I nostri Tribunali sono già oberati da questo tipo di processi». Poi l’ex parlamentare ed ex sindaco di Rende ha ripercorso l’iter attraverso il quale si è arrivati alla spending review: «Il governo ha esercitato una delega, conferita dalla maggioranza che ha preceduto il governo Monti. Esiste il diritto di critica, ma anche quello di autocritica, che spetta alla politica. In un momento in cui il Paese si è trovato davanti al baratro non è riuscita a dare una risposta adeguata».
«Noi deputati non ci svegliamo oggi – ha detto Ida d’Ippolito, parlamentare Udc -. Abbiamo lavorato perché la Calabria fosse già nella deroga. Purtroppo tanto lavoro non ha avuto un esito felice». Poi sulla Severino: «Sono sicura che il ministro ha ben coscienza della necessità di rivedere quel mosaico nell’esigenza della giustizia e della legalità». Ottimista anche Jole Santelli (Pdl): «Confido nella possibilità di salvare le sedi giudiziarie. Chiediamo la deroga perché la nostra geografia giudiziaria rispetta pienamente i criteri del sistema giustizia». Per Gianpaolo Chiappetta, capogruppo Pdl a Palazzo Campanella, «questa regione per troppi anni non ha avuto adeguata considerazione. Le scelte compiute dal governo rappresentano un errore di merito, di sostanza e di prospettiva». «I tagli della spending review si abbattono soprattutto sul Sud – ha detto l’ex governatore Agazio Loiero -. In Calabria il peso della criminalità è preponderante, e dobbiamo far leva su questo. Quello che passa con la chiusura dei Tribunali è un messaggio devastante. Un governo non può non tener conto di questo».
Spiazzante l’intervento di Mimmo Talarico (Idv), che definisce il suo gruppo la sola forza vera di opposizione presente in aula, «visto che il governo si regge sulla maggioranza Pd-Pdl-Udc»
. «Noi – ha detto ancora rivolto ai parlamentari – non vogliamo fare nessuna ammucchiata. La legge è stata votata all’unanimità: dove eravate quando è stato consumato questo misfatto? Cosa farete quanto questo provvedimento tornerà in commissione?». ?La spending review porta con sé altri tagli e soppressioni, come la cancellazione delle Province di Vibo e Crotone. La prossima seduta del consiglio regionale, prevista per il 17 luglio, sarà interamente dedicata ai due enti intermedi.