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Le nuove accuse a Rappoccio

REGGIO CALABRIA La perquisizione, durata otto ore, è avvenuta alla fine di giugno nelle stanze del consiglio regionale, ma anche a casa di Antonio Rappoccio, nella sua segreteria in via Cairoli, a Re…

Pubblicato il: 11/07/2012 – 13:58
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Le nuove accuse a Rappoccio

REGGIO CALABRIA La perquisizione, durata otto ore, è avvenuta alla fine di giugno nelle stanze del consiglio regionale, ma anche a casa di Antonio Rappoccio, nella sua segreteria in via Cairoli, a Reggio Calabria e alla Sud Energia. Il dato nuovo, però, sono le accuse contestate al consigliere regionale del Partito repubblicano. Tra queste, c`è anche l`associazione per delinquere (che mai prima d`ora era stata contestata al politico). Rappoccio, insieme con dodici persone individuate nell`avviso di garanzia firmato il 28 giugno dall`avvocato generale Francesco Scuderi, avrebbe posto «in essere una serie di condotte che gli consentissero, in occasione del rinnovo del consiglio regionale della Calabria, di essere eletto». Il reato contestato, che si somma alla corruzione elettorale per la quale è già in corso un altro procedimento giudiziario, è l`affermazione di fatti non veri nella dichiarazione di accettazione della candidatura. Non solo. Lo stesso “disegno” sarebbe stato messo in atto per «tentare di fare eleggere al consiglio comunale, nel maggio 2011, Elisa Campolo, che, pur non venendo eletta, otteneva un gran numero di voti, (439)». Lo scopo, comunque, era quello di «disporre di un conguo serbatoio di voti in vista delle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento nazionale».
Il pasticciaccio delle società fantasma, secondo quanto contenuto nell`avviso di garanzia, sarebbe proseguito anche nel 2011, proprio in occasione delle comunali. L`azienda utilizzata come “attrattiva” per ottenere voti era la “Sud Energia”. In questo caso, il consigliere avrebbe agito in concorso con Fedora Catanzariti, Roberta Arcidiacono, Luigi Mariani, Domenico Lamedica, Elisa Campolo, Antonio Francesco Verbaro. Nel maggio 2011 sarebbero partite, dirette a «numerose persone», una serie di lettere, firmate da Mariani, «con le quali si comunicava falsamente che quanto prima sarebbero state assunte a tempo indeterminato presso le “unita operative” della società». Perché? Perché sarebbe stato più facile “convincerli” a votare per la Campolo.
D`altra parte il metodo era collaudato nel caso della cooperativa “Alicante”: in quell`occasione il gruppo Rappoccio avrebbe organizzato un concorso, mai concluso, per accedere a un posto di lavoro inesistente. Richiedendo, tra l`altro, il pagamento di un totale di 35 euro. Un meccanismo studiato per avvicinare quanta più gente possibile e aumentare il potenziale bacino elettorale (convocando i cittadini tramite l`utilizzo dei telefoni posti nella sede del Pri di Palazzo San Giorgio, dunque con il denaro del Comune). Alla ricerca di prove per queste condotte, gli investigatori hanno recapitato un avviso di garanzia a Pasquale Rappoccio, Luigi Mariani, Domenico Lamedica, Maria Antonia Fedora Catanzariti, Elisa Campolo e Loredana Tolla.
Al consigliere regionale, nei due procedimenti a suo carico, sono contestati i reati di corruzione elettorale aggravata, associazione per delinquere, truffa pluriaggravata, peculato e diffamazione a mezzo stampa.

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