Il latitante con il tapis roulant e la playstation
COSENZA Di certo non se la passava male, Franco Bruzzese. I suoi otto mesi passati a nascondersi dalle forze dell`ordine, dopo una sentenza dello scorso gennaio che lo condannava a 12 anni e 6 mesi d…

COSENZA Di certo non se la passava male, Franco Bruzzese. I suoi otto mesi passati a nascondersi dalle forze dell`ordine, dopo una sentenza dello scorso gennaio che lo condannava a 12 anni e 6 mesi di reclusione, appaiono molto lontani dal clichè del latitante che si nasconde come un topo in stanze che sono poco più che tombini. Il reggente del clan degli zingari stava in un bell`appartamento. Poteva fare un po` di sport, qualche corsetta sul tapis roulant, e magari una partita ai videogiochi. Per non annoiarsi troppo. Andava avanti così da settimane, proprio al centro di Cosenza, in via Panebianco. Fino all`arresto, avvenuto nella notte tra domenica e lunedì a opera degli agenti della polizia.
Franco Bruzzese, già noto alle forze dell`ordine per associazione a delinquere di stampo mafioso, armi, rapina ed altro, era ricercato per una sentenza definitiva di condanna a 12 anni e sei mesi di reclusione per tentato omicidio e per una misura cautelare in carcere per violazione della sorveglianza speciale.
Per la sua cattura, visto che si nascondeva in un appartamento al nono piano di un palazzo di recente costruzione, sono stati fatti intervenire anche i Vigili del Fuoco. Bruzzese ha atteso una ventina di minuti prima di aprire la porta. Ma poi, alla fine, ha dovuto consegnarsi agli agenti. Non ha opposto resistenza e non ha reso particolari dichiarazioni. Il materiale trovato nell`abitazione, in cui il latitante, secondo quanto riferito in conferenza stampa, si trovava non certo da breve tempo, è stato sequestrato per approfondimenti. «Stiamo seguendo molte piste e siamo alle prese con diverse indagini che riguardano il clan degli zingari», ha precisato Vincenzo Antonio Lombardo, procuratore capo della Dda di Catanzaro. «Mi fa piacere – ha aggiunto – registrare che, in questo periodo, c`è una sana “concorrenza” tra polizia e carabinieri nell`arresto dei latitanti». «Noi emettiamo ordinanze, ma se poi non si riesce ad eseguirle, queste restano solo carta straccia», ha concluso Lombardo.
Bruzzese viveva in un appartamento con tutti i comfort. Dal tapis roulant alla playstation, telefoni in casa, denaro. Aveva a disposizione anche una motocicletta per eventuali spostamenti. Quando i poliziotti sono entrati nell`appartamento, era disarmato. Sono in corso accertamenti sul proprietario dell`appartamento, sito in via Panebianco dove sorge il grattacielo della città dei Bruzi.