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«Un tavolo per l`emergenza occupazionale in Calabria»

CATANZARO Per il segretario generale della Cisl Calabria, Paolo Tramonti, gli ultimi dati sulla disoccupazione in Calabria forniti dall`Istat, che fissano il dato intorno al 20%, rappresentano «l`enn…

Pubblicato il: 05/09/2012 – 16:05
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«Un tavolo per l`emergenza occupazionale in Calabria»

CATANZARO Per il segretario generale della Cisl Calabria, Paolo Tramonti, gli ultimi dati sulla disoccupazione in Calabria forniti dall`Istat, che fissano il dato intorno al 20%, rappresentano «l`ennesima conferma della situazione di difficoltà economica e sociale che continua ad attraversare la nostra Regione. E la ripresa autunnale non nasce sicuramente tra i migliori auspici se si considerano i tanti punti di crisi aperti e le tensioni sociali conseguenti. Tutto ciò va oltretutto a impattare sulla condizione di già persistente gravità dovuta alle pesanti dismissioni di intere filiere e comparti produttivi, con la perdita di migliaia di posti di lavoro registrati in questi ultimi anni». Tramonti non guarda con favore neppure alle decisioni del`esecutivo guidato da Mario Monti: «In un contesto così sfavorevole non aiutano, anzi penalizzano fortemente, le decisioni del governo in materia di riduzione della spesa in particolare sul pubblico impiego, dove addirittura si corre il rischio di mettere in discussione i livelli occupazionali esistenti. Gli stessi interventi previsti nel “Piano per il Sud” rischiano di essere riduttivi se non inquadrati in un modello di sviluppo compatibile con le specificità territoriali e quindi funzionali ad una rapida integrazione della nostra regione nel sistema produttivo nazionale ed internazionale». Per la Cisl, continua il segretario «è necessario che si avvii al più presto una discussione senza pregiudizi sulle opere proposte e preannunciate come il rigassificatore ed il polo logistico di Gioia Tauro, la realizzazione della centrale a Carbone di Saline e la riconversione della centrale di Rossano, il Ponte sullo Stretto. Opere, queste, che andrebbero valutate anche in funzione delle ricadute economiche, sociali, occupazionali che potrebbero avere per una regione con un apparato produttivo debolissimo il cui rilancio non può che essere affrontato se non con risorse e investimenti adeguati e urgenti».

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