Il Pd calabrese è ancora fermo a Caposuvero
Non ci eravamo illusi che dopo Caposuvero tutto sarebbe cambiato,quanto meno nel partito degli eletti e di coloro che,pur di esserci a tutti i costi,hanno preferito perdere alle regionali ultime e re…

Non ci eravamo illusi che dopo Caposuvero tutto sarebbe cambiato,quanto meno nel partito degli eletti e di coloro che,pur di esserci a tutti i costi,hanno preferito perdere alle regionali ultime e regalare a Scopelliti e al “modello Reggio” il governo della Calabria. L’infelice conclusione, infatti, dell’elezione dell’Ufficio di presidenza del consiglio regionale indica che nulla è cambiato e tutto si è fermato a Caposuvero,anzi, potremmo chiamarlo stavolta Capo Spartivento visto il luogo dove si è consumato l’ennesimo schiaffo ai danni del Pd calabrese.
Dopo tre anni da quel famigerato appuntamento vi è ancora qualcuno che si affanna a tessere tele stracciate e strategie senza futuro e con identici risultati:si sfascia il valore inestimabile dell’unità dell’opposizione di centrosinistra che,alla vigilia di un appuntamento che doveva rilanciare unità ed alternativa al centrodestra,viene sacrificato sull’altare di interessi lontanissimi dalle necessità drammatiche della Calabria e si stringe un rinnovato patto di protezione dei soliti noti,con l’ausilio dei noti burattinai nel mentre Scopelliti e Trematerra possono tranquillamente ed indisturbati annunciare il pieno rilancio dell’asse Pdl-Udc!
È il peggiore risultato per il Pd; peggiore di sempre perché la realtà quotidiana dei calabresi sfugge completamente ai protagonisti di questa penosa ed ultima sceneggiata sulla quale occorre abbassare il sipario mentre non possiamo che aggiungere alla delusione anche indignazione,sconcerto e scandalo.
Il Pd è ancora fermo sulle gambe,prigioniero di un partito degli eletti che lo inchioda e ci inchioda,su contraddizioni ancora irrisolte,nonostante penosi tentativi di occultamento,che avevamo evidenziato pubblicamente,a Catanzaro Lido,non più di una settimana addietro.
Il commissario D’Attorre, nonostante i proclami e la buona volontà,si spieghi, e bene, una volta per tutte perché anche la sua credibilità esce a pezzi da questa ennesima occasione mancata e dia seguito a fatti concreti ed a segnali non più contraddittori.
Oggi, dopo l’ennesima esibizione autoreferenziale e l’ennesima strategia di autoconservazione e reiterazione di Caposuvero del gruppo consiliare regionale del Pd, non bastano più incerottate giustificazioni, camuffamenti strategici o cortine fumogeni funzionali a conservare l’esistente o peggio richiami al senso di responsabilità per “silenziare” ben altri obiettivi;al contrario,oggi, occorre,per rispetto dei militanti e degli elettori del Pd, non tacere più,non restare inoperosi ed in retroguardia,nel mentre brucia e rischia di affondare la nave del Pd che deve essere definitivamente strappato dalle mani di questi improvvisati ed ottusi nostromi.