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A Milano il teatro-canzone di Dario De Luca

Sarà replicata a Milano “Morir sì giovane e in andropausa”, l`ultima produzione di Scena Verticale, la compagnia castrovillarese che proprio quest`anno compie 20 anni di attività. “Morir sì giovane e…

Pubblicato il: 13/09/2012 – 17:46
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A Milano il teatro-canzone di Dario De Luca

Sarà replicata a Milano “Morir sì giovane e in andropausa”, l`ultima produzione di Scena Verticale, la compagnia castrovillarese che proprio quest`anno compie 20 anni di attività. “Morir sì giovane e in andropausa”, atto unico in 8 quadri e canzoni, andrà in scena al Teatro Filodrammatici martedì 18 settembre alle 21 e mercoledì 19 alle 19,40.
La pièce ha debuttato a luglio in Toscana (Festival Inequilibrio di Castiglioncello – Livorno), poi altre repliche in Calabria (l`ultima la settimana scorsa al Festival delle Serre) e fuori.?Sul palco Dario De Luca – autore con Giuseppe Vincenzi – accompagnato dalla Omissis Mini Órchestra. ?«In Italia – si legge nelle note di regia – siamo sempre troppo Giovani per avere diritti sociali che ci spetterebbero, mentre per tutto il resto l`età conta e avanza regolarmente: possiamo dire che abbiamo l`età in lire e i diritti in euro! Per questo motivo oggi nel nostro Paese c’è un’intera generazione di giovani che muore. E muore soffocata da una società, da una politica, da uno Stato killer che non piange questi giovani, né se ne sente minimamente responsabile. Alla fine della “Traviata”, la giovane Violetta, consumata dalla tisi e in procinto di morire, con l’ultimo fiato che le resta nel petto, riesce a mormorare “Gran Dio, morir sì giovane, io che penato ho tanto!”. Pochi semplici e brevi versi, immortalati dalle note del grande Verdi, che trasmettono tutta la sofferenza, lo sconforto e la disperazione di una giovane che muore nel fiore degli anni.
Parole, concise e toccanti che hanno fatto piangere le generazioni passate. Non la nostra. In questo “Paese di merda” (citando il nostro ex presidente del Consiglio) i nostri contemporanei non si commuovono più davanti al dolore degli altri, perché non nutrono alcun amore per il prossimo; i nostri contemporanei non si vergognano più davanti alle oscenità pubbliche o private perché hanno perso il senso del pudore; i nostri contemporanei non si indignano più davanti all`indicibile perpetrato tra le mura dei palazzi del potere, perché non sanno più che cos’è l’onore. E come Violetta, oggi è questa generazione che muore mentre intorno impazza il Carnevale». ?Questo nuovo progetto è il «figlio naturale, in senso artistico, di Giorgio Gaber e del suo teatro-canzone; nipote acquisito di zio Enzo Iannacci; fratello minore, di secondo letto, di Paolo Rossi. Canzoni dalle liriche semplici, monologhi dal linguaggio chiaro per una sintesi poetica che sia efficace, diretta, in qualche modo quotidiana. Lo scopo? Portare in scena la voce di una collettività, evidenziare bisogni e desideri di una generazione, quella dei trenta-quarantenni, lasciati in mutande da una società gerontocratica e senza futuro. Con la musica, le parole e una sana ironia».?
La Omissis Mini Órchestra si forma intorno ad un progetto di teatro-canzone della compagnia Scena Verticale. Nasce in una terra, la Calabria, dove gli omissis sono una convenzione insita nelle nostre azioni quotidiane. Persino i documenti pubblici prodotti dalla Regione Calabria sono pieni zeppi di omissis. Succede quando la trasparenza è imposta per legge e chi deve far applicare quelle leggi ne farebbe volentieri a meno. Un popolo come quello calabrese trova nell’omissis la legittimazione di un atteggiamento omertoso che qualcuno afferma essere, ahinoi, una delle anomalie antropologiche del nostro meridione.?La “Omo”, fortemente voluta da Dario De Luca, è composta da Paolo Chiaia (piano synth e armonica), Gianfranco De Franco (clarinetto, sax, flauti e loop), Giuseppe Oliveto (trombone, flicorno, fisarmonica e conchiglie), Emanuele Gallo (basso), Francesco Montebello (batteria e percussioni). “Morir sì giovane e in andropausa” è il loro primo spettacolo.

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