Caso Reggio, le richieste del ministro
Qualche settimana fa i lettori dei quotidiani calabresi sono stati allietati da una soave polemica tra direttori protrattasi per qualche giorno. Il problema era chi copia le notizie e da chi, senza c…

Qualche settimana fa i lettori dei quotidiani calabresi sono stati allietati da una soave polemica tra direttori protrattasi per qualche giorno. Il problema era chi copia le notizie e da chi, senza citare la fonte.
Tranquilli, verrebbe da dire oggi, copiate entrambi e senza mai citare la fonte. L`ultimo esempio plateale è la notizia, lanciata ieri da questo giornale online, della improvvisa convocazione a Roma del prefetto di Reggio Calabria.
Copiata da tutti e, salvo l`eccezione rappresentata da “ZoomSud” di Aldo Varano, senza citare la fonte. Aggiungiamo oggi che anche nel copiare spesso sbagliano, non si comprende altrimenti come sia stato possibile titolare, argomentare e insistere sul fatto che il Consiglio dei ministri avrebbe trattato nella seduta odierna il “caso Reggio”. Spiegavamo bene, infatti, che la convocazione a Roma del prefetto Piscitelli aveva come oggetto la necessità di “irrobustire” il fascicolo che il ministro Cancellieri dovrà portare in Consiglio dei ministri a sostegno delle conclusioni della relazione della Commissione d`accesso che va spedita in direzione dello scioglimento del consiglio comunale di Reggio Calabria. Ragione per la quale non solo non se ne sarebbe discusso nella seduta odierna ma sarà ben difficile che il “caso Reggio” possa essere trattato dal Consiglio dei ministri anche nella prossima settimana.
Una o due settimane ancora, infatti, è il tempo che i tecnici del ministero dell`Interno stimano necessario per predisporre in ogni dettaglio il fascicolo che il ministro Cancellieri dovrà portare in Consiglio dei ministri per chiudere la partita con il “caso Reggio”.
Dal Viminale sottolineano la parola “fascicolo”, ricordando che contestualmente il ministro non dovrà solo portare la bozza del decreto che intende proporre ma, nel caso concluda per lo scioglimento, anche la terna di nomi che comporranno la Commissione straordinaria, incaricata per un periodo che andrà dai 12 ai 18 mesi prorogabili fino a 24, di assumere le funzioni degli organi sciolti: sindaco, giunta e consiglio comunale. La legge impone che i commissari vengano scelti tra «funzionari dello Stato, in servizio o in quiescenza, e tra magistrati della giurisdizione ordinaria o amministrativa».
Inoltre nel fascicolo dovranno comparire anche eventuali “provvedimenti connessi”, perché l`ultima rivisitazione della legge che consente allo Stato di sciogliere enti locali infiltrati dalle organizzazioni mafiose prevede che si possa (e si debba) operare non solo nei confronti della parte politica dell`ente ma anche nei confronti di quella burocratica. Anche sul punto pare il ministero abbia richiesto al prefetto Piscitelli ulteriori integrazioni che chiariscano «la sussistenza degli elementi di cui al comma 1 (cioè collegamenti o condizionamenti da parte della criminalità organizzata) con riferimento al segretario comunale o provinciale, al direttore generale, ai dirigenti o ai dipendenti a qualunque titolo dell’ente locale».
Ove ve ne fossero è previsto che contestualmente anche per queste figure burocratiche il decreto proposto dal ministro dell’Interno adotti ogni provvedimento «utile a far cessare immediatamente il pregiudizio in atto e ricondurre alla normalità la vita amministrativa dell’ente, ivi inclusa la sospensione dall’impiego del dipendente, ovvero la sua destinazione ad altro ufficio o altra mansione con obbligo di avvio del procedimento disciplinare da parte dell’autorità competente».
È, questo, un punto delicatissimo con riferimento alla vicenda Reggio, perché i consulenti giuridici del ministro intendono “blindare” il decreto anche sotto l`unico profilo che in qualche misura potrebbe dar spazio ad una impugnativa e cioè, per come avevamo scritto già nell`edizione di ieri, il permanere delle infiltrazioni rilevate e il collegamento tra la vecchia amministrazione a guida Scopelliti e quella attuale a guida Arena. Una continuazione che in molti casi sarebbe testimoniata proprio dagli incarichi conferiti e dalla conferma degli indirizzi amministrativi oggetto di censura.
Infine, è forse il caso di ricordare che ad una proposta di decreto comunque il ministro Cancellieri dovrà arrivare. La nuova normativa, infatti, impone che, anche in caso di verifica negativa dei presupposti di legge per disporre lo scioglimento, il ministro dell`Interno debba comunque emanare un decreto di conclusione del procedimento.