Libera si spacca sul manifesto per Reggio
REGGIO CALABRIA Il manifesto che vuole difendere la città di Reggio ha già prodotto un primo effetto: la spaccatura all`interno di Libera, il movimento antimafia fondato da don Luigi Ciotti. In quatt…

REGGIO CALABRIA Il manifesto che vuole difendere la città di Reggio ha già prodotto un primo effetto: la spaccatura all`interno di Libera, il movimento antimafia fondato da don Luigi Ciotti. In quattro righe, ellittiche e perentorie, i vertici nazionali dell`associazione prendono le distanze dal loro rappresentante reggino, Mimmo Nasone, tra i sottoscrittori del documento: «Diffidiamo chiunque dall`usare il nostro nome e smentiamo la firma e l`adesione dell`associazione al manifesto dell`indignazione della città di Reggio Calabria». Potrebbe bastare, e invece no, perché Libera intende anche affermare e ribadire con forza la «piena fiducia nell`operato della magistratura». Una precisazione obbligata, per liberare il campo da possibili equivoci. Così come Libera non esita a prendere una posizione decisa sulla situazione del Comune di Reggio e le sue possibili infiltrazioni mafiose, al vaglio in queste ore dal ministro dell`Interno Annamaria Cancellieri. «Chiediamo lo scioglimento del Comune di Reggio Calabria»: è questo il titolo di una nota pubblicata sul sito web di Libera e firmata da don Ciotti, nella quale il fondatore del movimento ribadisce implicitamente il suo “no” al manifesto reggino, senza dimenticare però «l`impegno del nostro coordinatore Mimmo Nasone a Reggio Calabria, che in quella provincia è la nostra voce ed è la voce di tutti gli uomini e le donne oneste che lavorano quotidianamente per il cambiamento».
L`associazione antimafia scende dunque in campo per marcare una sostanziale differenza con i movimenti omologhi di Reggio, ma soprattutto per smentire la sua partecipazione a una azione di protesta sottoscritta dal suo stesso coordinamento cittadino. Mimmo Nasone, contattato dal Corriere della Calabria, conferma l`adesione a una iniziativa di cui, al momento, non c`è traccia per le strade della città (il manifesto è pubblicato solo online). «Abbiamo deciso di partecipare perché il documento è a favore della gente perbene di Reggio. Non mi interessa entrare nel merito di eventuali giochi politici, orchestrati da chi vuole buttare il bambino con l`acqua sporca», precisa Nasone. E la smentita dei vertici nazionali? «Non dico niente su questo, aspetto di avere comunicazioni ufficiali».
Insomma, la frattura è evidente, confermata da una presa distanza netta dal manifesto pubblico, nel quale circa quattrocento firmatari, espressione del mondo del lavoro, delle professioni, dello sport e della politica, si scagliano contro «l`ingiusta campagna di diffamazione che criminalizza una intera città, non distinguendo tra i delinquenti e le decine di migliaia di persone oneste». Un manifesto di denuncia, nel quale si percepisce con chiarezza l`indignazione nei confronti di imprecisati “nemici di Reggio”. Ma, stavolta, il governatore Peppe Scopelliti e le sue offensive non c`entrano niente. Permane, però, la sua retorica (anche se sottintesa), ormai diventata quasi un patrimonio per la città.
Resta da vedere chi siano i bersagli di questa nuova e abbastanza inusuale sortita pubblica. La magistratura? La stampa? Le forze di opposizione?
Ciò che è certo è il comportamento piuttosto irrituale di alcune sigle antimafia locali, tra cui Riferimenti di Adriana Musella, il Museo della `ndrangheta di Claudio La Camera, Ammazzateci tutti di Aldo Pecora e di Libera, o almeno, del suo coordinamento cittadino.
Tutti uniti nel gridare allo scandalo di una città presa di mira, anche se non viene specificato bene da chi. Dopo precisazioni di maniera («Sosteniamo con convinzione l`azione di contrasto alla `ndrangheta» e «abbiamo fiducia nell`operato delle istituzioni chiamate ad assumerte decisioni fondamentali») i sottoscrittori chiedono che «non si speculi sulla nostra pelle e su una città che da sempre esprime civiltà, intelligenze e valori».
Oltre alle associazioni antimafia, nell`elenco dei firmatari diffuso ieri dal docente della facoltà di Agraria dell`Università Mediterranea, Giuseppe Bombino, ci sono decine di medici, avvocati, imprenditori, professori universitari, oltre a molti altri rappresentanti della società civile, delle associazioni e dello spettacolo, come Giusy Versace, presidente Disabili no limits, il duo comico Battaglia e Miseferi e Andrea Cuzzocrea, presidente di Confindustria.
Ma, a quanto pare, il movimento di don Ciotti non ci tiene proprio a stare dalla parte di chi appoggia rappresaglie (seppur simboliche) contro gli animatori di una «campagna di diffamazione che criminalizza la città». Se ancora non fosse chiaro, anche i movimenti antimafia, a Reggio, hanno le loro peculiarità.
Il manifesto
I nomi degli oltre 500 firmatari del manifesto