Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 22:00
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

«Ecco perché padre Fedele è stato condannato»

COSENZA «È priva di contraddizioni e salti logici ed espone con coerenza, logicità e lucidità tutti gli episodi cristallizzati nei diversi capi di imputazione». Così i giudici del Tribunale di Cosenz…

Pubblicato il: 22/09/2012 – 15:18
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
«Ecco perché padre Fedele è stato condannato»

COSENZA «È priva di contraddizioni e salti logici ed espone con coerenza, logicità e lucidità tutti gli episodi cristallizzati nei diversi capi di imputazione». Così i giudici del Tribunale di Cosenza ribadiscono l`attendibilità della suora che accusa padre Fedele Bisceglia e il suo segretario Antonio Gaudio di averla violentata. Nelle motivazioni della sentenza – che a luglio 2011 ha condannato il sacerdote e Gaudio rispettivamente a nove anni e tre mesi e sei anni e tre mesi di carcere – il Tribunale precisa anche che: «Non possono trovare ingresso le circostanze relative a talune contraddizioni in cui è incorsa la religiosa nelle dichiarazioni rese nella fase delle indagini preliminari».
Nelle 100 pagine delle motivazioni i giudici chiariscono anche la questione del «complotto che sarebbe stato ordito dalle sorelle e da rappresentanti della Chiesa per denigrare la persona del frate, complotto ordito sia per motivi economici – legati agli interessi connessi alla gestione dell’Oasi francescana – sia per motivi di natura personale, nel senso che agli apparati clericali sarebbe stata invisa la personalità esuberante ed eccentrica dello stesso Bisceglia». Infatti, nei cinque anni della vicenda processuale l`ex frate ultrà ha sempre ribadito di essere vittima di un «complotto». A tale proposito, il collegio giudicante precisa: «Siffatta suggestiva prospettazione, tanto generica quanto apodittica, è rimasta, per tutta la durata del processo, nient’altro che una mera declamazione dell’imputato, dal momento che dall’istruttoria dibattimentale non è emerso alcun elemento che potesse in qualche modo suffragarla. Del resto, sarebbe ex se (spontanenamente, ndr), in ogni caso, ben difficile immaginare che lo strumento utilizzato per screditare una persona possa essere rappresentato dal costruire dal nulla – con attività lucida e premeditata –, una così dettagliata e inusuale sequela di avvenimenti delittuosi, snodatasi per diversi mesi, peraltro facendo portare il pesantissimo fardello di tali dichiarazioni su una religiosa, la quale si sarebbe in qualche modo “immolata” per la causa, accettando le lunghissime e pesanti conseguente giudiziarie della sua denuncia, con conseguenti ripercussioni sul suo equilibrio psicofisico».
Un altro aspetto sul quale i giudici si sono soffermati riguarda la personalità eccentrica di padre Fedele: «L`istruttoria dibattimentale ha permesso di avere un quadro della personalità del Bisceglia affatto diversa da quella che si accosterebbe a un religioso, ponendo in evidenza come l’imputato in parola sia stato soggetto, quantomeno negli anni coevi agli episodi denunciati, alla forza irrefrenabile di istinti sessuali che lo hanno portato ad atteggiamenti quantomeno lascivi nei confronti di diverse donne. È evidente che tale profilo, che emerge prepotentemente dalle risultanze istruttorie che si vanno a evidenziare analiticamente, non può avere alcuna rilevanza probatoria in ordine agli specifici episodi contestati, ma cionondimeno contribuisce a connotare di intrinseca attendibilità e verosimiglianza le sconvolgenti dichiarazioni della suora, che, alla luce del quadro della personalità del Bisceglia quale emerge dalle intercettazioni e dalle numerose deposizioni dibattimentali di donne ospiti dell’Oasi francescana, appaiono assolutamente coerenti con siffatta personalità. Del tutto esplicito è il contenuto di molte intercettazioni telefoniche, in cui il Bisceglia si dimostra in preda ai propri istinti sessuali, incapace di controllarli e praticamente ossessionato dalle donne».
Il Tribunale, quindi conclude: «Emerge una personalità morbosa del Bisceglia che era di fatto ossessionato dal tentativo di soddisfare i suoi desideri sessuali e di dimostrare la propria virilità, dall’altro la triste realtà delle ospiti femminili dell’Oasi francescana, che, vittime di storie personali disagiate, erano spesso costrette a subire le avance del Bisceglia pur di non perdere l’opportunità di soggiorno gratuito e di assistenza che le stesse potevano godere all’interno della struttura».
E su Gaudio i giudici scrivono: «Sebbene il profilo abbia in tal caso minore rilevanza (sia perché l’imputato in argomento è un laico, sia perché le condotte materiali dallo stesso poste in essere rientrano, per così dire, nell’alveo dalla casistica classica dei reati in materia sessuale), si rileva comunque che anche sul comportamento di Antonio Gaudio – che, si ricorda, lavorava all’interno della struttura quale “segretario” laico e in pratica era, sino all’arrivo della suora, il “braccio destro” del Bisceglia – sono emersi, dall’istruttoria, diversi e convergenti elementi in merito alle sue attenzioni di natura sessuale nei confronti delle ospiti dell’Oasi».
Lunedì, 24 settembre, si ricomincia davanti ai giudici della Corte d`Appello di Catanzaro.

Argomenti
Categorie collegate

x

x