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Guccione: «La sanità cosentina è nel caos totale»

COSENZA «C’è un’emergenza dentro l’emergenza nel disgraziato mondo della sanità calabrese: la salute dei cosentini. È un diritto essenziale che c’è meno che altrove. Credo che la battaglia per garant…

Pubblicato il: 22/09/2012 – 20:06
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Guccione: «La sanità cosentina è nel caos totale»

COSENZA «C’è un’emergenza dentro l’emergenza nel disgraziato mondo della sanità calabrese: la salute dei cosentini. È un diritto essenziale che c’è meno che altrove. Credo che la battaglia per garantire questo diritto di civiltà, il diritto ai servizi sanitari efficienti in città e i provincia, debba diventare una battaglia comune a tutti perché è in discussione il diritto alla sopravvivenza». È quanto  ha affermato il consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione, intervenendo nel corso di un dibattito sulla sanità organizzato in chiusura della festa dell’Unità democratica a Cosenza.
«A Cosenza e in provincia – ha aggiunto – non sono più tollerabili penalizzazioni e sottovalutazioni che hanno messo in discussione negli anni la possibilità che questa area della Calabria, la più grande e la più popolata, possa usufruire di una sanità efficiente, capace di tagliare sprechi garantendo la possibilità a tutti di potersi curare. Nell’azienda ospedaliera di Cosenza operano 51 medici precari e decine di infermieri. La mancata proroga dei loro contratti, a causa della dissennata politica della giunta regionale in materia di sanità, porterà quasi certamente alla paralisi dei reparti di Gastroenterologia e di Ematologia per non dire del Pronto soccorso. In questi reparti è altissima la percentuale di personale medico e paramedico in organico con contratti precari che rischiano di non essere prorogati». Guccione ha poi affrontato più in generale la questione del piano di rientro e del tavolo Massicci: «A tre mesi dalla scadenza del piano di rientro e dopo due anni e mezzo di gestione Scopelliti si può tranquillamente dire che nessuno degli obiettivi prefissati è stato raggiunto. Il debito permane e per questo la Calabria è stata sanzionata dal ministero della Sanità e da quello dell’Economia (tavolo Massicci). Sanzione vuol dire blocco del turn-over fino alla fine del 2013 e vuol dire anche aumento della tassazione dell’Irpef (più 0,30) e dell’Irap (più 0,15). Grazie a questa sanzione oggi la pressione fiscale in Calabria è tra le più alte d’Italia con la conseguenza che la riduzione del debito paventata, cioè non di fatto, è frutto della tassazione aggiuntiva e non dei tagli. C’è poco da dire, a parte gli slogan del governatore. La sanità calabrese è nel caos, nella confusione più totale. Niente è garantito a cominciare dai servizi minimi di assistenza (Lea). Il rischio concreto è che la situazione possa precipitare se non si mettono in atto iniziative in grado di sventare un pericolo che è quello del mancato rinnovo al 31/12 dei contratti precari, alcuni dei quali in essere da 15 anni. Si tratta complessivamente di 2.000 precari tra medici, infermieri, fisioterapisti, Osa, Oss. Una vera bomba sociale, oltre che l’ossatura portante della sanità calabrese. Se non si interviene subito, può succedere di tutto».

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