L`assessore Gentile al telefono con il «malandrino» dell`Aterp
COSENZA Mentre Cosenza si girava dall`altra parte, Oscarino e la sua cricca disponevano del patrimonio dell`Aterp come si trattasse di cosa loro. Oscarino, per dirla con le parole del procuratore agg…

COSENZA Mentre Cosenza si girava dall`altra parte, Oscarino e la sua cricca disponevano del patrimonio dell`Aterp come si trattasse di cosa loro. Oscarino, per dirla con le parole del procuratore aggiunto di Cosenza, Domenico Airoma, era uno “spiertu”. Per attingere alla sua autodefinizione, invece, era «un malandrino». Uno che andava in ufficio «con il vestito», che camminava «con un Rolex e con una macchina che costa». E poi piazzava i suoi amici (presunti criminali e no) negli alloggi destinati ai poveri. Oscar Fuoco è, secondo il questore Alfredo Anzalone, «un concittadino che i cosentini non meritano di avere». Eppure occupa un posto così importante da diventare il punto di riferimento di amministratori pubblici ed esponenti della società civile. Il funzionario dell`Aterp può sistemare tutto. Dagli interventi di manutenzione alla ricerca di posti di lavoro per parenti e famigli. Meglio tenerselo buono e fargli un colpo di telefono di tanto in tanto. I problemi cominciano, per tutti, quando il cellulare di Oscarino finisce nel mirino degli uomini della squadra mobile.
Lo scrive chiaro il gip Salvatore Carpino nell`ordinanza che ha portato all`arresto di Fuoco: «La sua figura si spinge ben oltre i confini dei circuiti criminali, estendendosi anche all`ambiente politico-amministrativo locale». L`analisi del giudice per le indagini preliminari è illuminante, perché – muovendo da una perplessità – finisce per svelare un sistema: «Appare singolare, tenuto conto del ruolo (formalmente) non apicale dell`indagato all`interno dell`Aterp, il peso attribuito al Fuoco addirittura nelle scelte relative alla nomina dei vertici dell`ente e nella determinazione delle linee guida dell`Azienza, quasi che un cambio di management avesse potuto in qualche modo alterare lo status quo».
Secondo il gip, il ruolo preminente di quello che dovrebbe essere un semplice impiegato «emerge nella conversazione tra l`indagato e il giornalista Mario Campanella e in quella intercorsa tra Oscar Fuoco e l`assessore regionale Pino Gentile». Nessuno dei due è indagato; i rapporti con Fuoco, però, sono molto cordiali. Gentile, politico di lunghissimo corso, è uno dei big del Pdl calabrese, è stato sindaco di Cosenza e vicepresidente della giunta nell`era Chiaravalloti. Adesso è il potente delegato ai Lavori pubblici, il settore trainante dell`economia regionale. Campanella, invece, è uno storico collaboratore della famiglia Gentile (che conta anche sul senatore Tonino). È un giornalista, consulente per la comunicazione di Franco Talarico, presidente del consiglio regionale, e già membro del Corecom.
«OSCARINO DEVE FARE QUELLO CHE GLI DICO IO»
Quando telefona a Oscar Fuoco, però, Campanella non si occupa di notizie. Un attimo prima di cominciare a parlare con il dipendente dell`Aterp «si sente la voce di Campanella che dice a persona vicino a lui: “Lunedì ha detto ne dobbiamo mettere sette o otto, compreso tuo fratello, che poi vediamo chi li toglie!”». Poi si rivolge a Fuoco e chiarisce «di aver già sentito “Pino” (ossia, l`onorevole Gentile) e sollecita un appuntamento al Fuoco per parlare dell`assunzione di alcune persone (compreso il fratello del Campanella presso l`Aterp». Il tono della conversazione è perentorio. Il giornalista chiarisce: «Mi ha chiamato Pino», e chiede un incontro all`impiegato, riferendo che Pino «ha detto però… Oscarino deve fare quello che gli dico io, glielo dobbiamo imporre, che li devono prendere subito». Si parla di assunzioni e Fuoco si mostra pronto a ricevere la sollecitazione, anche se «la situazione è un poco delicata». Ma Campanella ribatte: «Ma lui vuole subito… hai capito… interinale».
L`ASSESSORE: «CHE POI AGGIUSTIAMO LE CARTE»
Dal collaboratore all`assessore il passo è breve. Il 24 ottobre 2011, il telefono di Pino Gentile squilla: dall`altro capo della cornetta c`è Oscar Fuoco. Si discute della nomina dei vertici dell`Aterp di Cosenza, di commissari e direttori generali. A un certo punto, la conversazione diventa un capolavoro ermetico. Gentile: «Senti, fai quella cosa che ti ho detto». Fuoco risponde: «L`ho già avviata». E l`assessore: «Chiamali, eh… che poi aggiustiamo le carte, hai capito?». Per il gip, che lo spiega nell`«introduzione» alle due telefonate, si discute di posti di lavoro.
LA TELEFONATA CON KATYA GENTILE
Di interventi di manutenzione, invece, Fuoco parla con un`altra Gentile. Si tratta dell`assessore ai Lavori pubblici del Comune di Cosenza, Katya, «attuale vicesindaco del Comune, molto “interessata” ad alcuni lavori di manutenzione da eseguire all`interno di un immobile dell`Aterp («entra l`acqua dentro, hai capito? Come se lo facessi a me praticamente». Dati e conversazioni, quelle contenute nelle pagine dell`ordinanza firmata da Carpino, dai quali «emergono, il “peso” e la personalità di Oscar Fuoco, contattato e ricercato da pregiudicati ed esponenti politici per risolvere qualsiasi tipo di problema concernente gli immobili dell`Aterp».