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Reggio, la guerra dei manifesti coinvolge gli studenti

REGGIO CALABRIA La guerra dei manifesti di Reggio non risparmia nemmeno gli studenti. Sul web è guerra aperta tra chi si oppone allo scioglimento del Comune e chi, invece, auspica una decisione all`i…

Pubblicato il: 03/10/2012 – 19:01
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Reggio, la guerra dei manifesti coinvolge gli studenti

REGGIO CALABRIA La guerra dei manifesti di Reggio non risparmia nemmeno gli studenti. Sul web è guerra aperta tra chi si oppone allo scioglimento del Comune e chi, invece, auspica una decisione all`insegna della legalità. A scatenare il caos, un volantino anonimo diffuso in rete, dal titolo “Non potete commissariare il nostro futuro”. Nel testo di questo documento – che sarebbe quanto mai inusuale, in città che non siano Reggio Calabria – viene convocato uno sciopero per giovedì 4 ottobre. Non è ancora chiaro chi siano gli autori del nuovo manifesto che, in base ai recenti sviluppi (il primo è stato “Reggio rivendica il suo ruolo” , seguito da “Reggio rivendica la sua terra”), dovrebbe essere il “contro-contro-manifesto”. Con una eccezione: stavolta a scendere in campo non sarebbero i professionisti in “buoni rapporti” con il centrodestra targato Scopelliti, né tutti quelli che hanno sempre avversato il tanto decantato “Modello Reggio”. Stavolta è il turno di studenti (non si sa ancora quanti, né provenienti da quali scuole) che dovrebbero invece avere tutto l’interesse alla piena affermazione (o al ripristino) della legalità a Reggio. Per il momento non c’è comunque nulla di ufficiale e la convocazione dello sciopero sta correndo solo sul web e tramite i passaparola dei ragazzi.  
Da alcune indiscrezioni, sembra che l’iniziativa sia nata da un gruppo di studenti (la cui entità rimane ancora imprecisata) del Liceo classico “Tommaso Campanella”. Ciò che è certo è che l’”invito” a disertare i banchi scolastici sembra essere esteso a tutte gli istituti della città.
Gli estensori del volantino hanno le idee chiare (o pensano di averle) circa le conseguenze di un quanto mai possibile scioglimento del Comune di Reggio. Ecco quindi che lo sciopero ha l’obiettivo di difendere la «città al di là di ogni colore politico», perché – si legge ancora – l’arrivo dei commissari «sarebbe la fine dell’economia cittadina già fortemente provata, e quindi la fine delle aziende che lavorano onestamente».
E – scorrendo il breve volantino – non si può fare a meno di notare la somiglianza ideologica con il “manifesto Bombino”, lo stesso che voleva rivendicare il “ruolo” di Reggio e che ha scatenato lunghe polemiche non più tardi di qualche settimana fa.  
Viene quasi da credere che a scriverlo sia stata la stessa persona, quando si afferma che «non si possono addossare eventuali responsabilità di alcuni su un’intera comunità, composta, al contrario da quello che si vuol far credere, soprattutto da persone oneste». Poi l’esortazione a «ritrovare l’orgoglio e la dignità di appartenere ad una città che è stata la culla della Magna Grecia».
Infine, i redattori del manifesto, per evitare il sospetto di eventuali strumentalizzazioni della loro (sì, ma loro chi?) azione di protesta, sottolineano che «questa manifestazione non è fatta a difesa di nessuno, ma solo per il bene della nostra Reggio».
In ogni caso, l’obiettivo finale degli anonimi organizzatori – cioè ostacolare il regolare svolgimento delle lezioni – sembra facile da raggiungere, anche considerando la propensione degli studenti a disertare le aule anche in virtù di cause che magari non condividono affatto, o alle quali non hanno mai nemmeno pensato.
I maligni potrebbero vedere nella manifestazione di domani il tentativo ordito da saggi burattinai di mostrare a Roma l’indignazione della “faccia pulita” della città.
«È un giochino messo su da chi vuole strumentalizzare gli studenti e fare pressioni sulla decisione del governo», spiega Laura Cirella, coordinatrice provinciale di Sel. «Molti ragazzi non entreranno a scuola – continua – e qualcuno raggiungerà il suo scopo. Mi auguro che la Digos e la Prefettura stiano facendo qualcosa di fronte a una manifestazione che non è ufficiale».
Dopo poche ore, però, arriva la replica su Facebook, da parte di tutti quegli studenti che non condividono la linea del primo manifesto. Per esternare il loro dissenso hanno creato un evento sul popolare social network, intitolato “Noi domani non manifesteremo!”, nel chiaro tentativo di diminuire la portata della iniziativa in programma per giovedì. A disposizione degli utenti, una bacheca nella quale ribadire l`esigenza di una nuova stagione di legalità a Reggio. Tra i promotori, anche chi si dice «favorevole allo scioglimento del consiglio comunale». «Abbiamo preso spunto dalla nuova manifestazione per dire quello che sta succedendo veramente in città», spiegano ancora, senza dimenticare però che «non è più accettabile parlare di Reggio solo per i politici corrotti e gli omicidi della `ndrangheta. Bisogna far capire che non tutti siamo così».
Una cosa, al di là delle differenti convinzioni, sembra difficilmente opinabile: nella città dello Stretto anche gli studenti devono scegliere da che parte stare.

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