Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 11:40
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Processo a padre Fedele, la difesa: «La suora è inattendibile»

CATANZARO «Assolvete padre Fedele perché è innocente. Assolvete padre Fedele in modo da non essere prigionieri di pregiudizi». Concludendo la sua lunga arringa difensiva l`avvocato Eugenio Bisceglia…

Pubblicato il: 18/10/2012 – 13:42
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Processo a padre Fedele, la difesa: «La suora è inattendibile»

CATANZARO «Assolvete padre Fedele perché è innocente. Assolvete padre Fedele in modo da non essere prigionieri di pregiudizi». Concludendo la sua lunga arringa difensiva l`avvocato Eugenio Bisceglia ha citato il celebre appello rivolto ai giudici napoletani dall`avvocato Raffaele Della Valle, difensore di Enzo Tortora. È terminata così la lunga udienza del processo d`appello a padre Fedele Bisceglia e al suo segretario Antonio Gaudio condannati in primo grado rispettivamente a 9 e 6 anni di carcere per violenza sessuale nei confronti di una suora.
Il frate missionario ha partecipato all`udienza restando seduto sul banco degli imputati e continuando a pregare, sgranando il rosario. In apertura dell`udienza il collegio difensivo ha depositato una corposa memoria difensiva di 289 pagine in cui si rileva «la scarsa attendibilità della denunciante che l`ha vista coinvolta, nelle more di questo processo, in ben altri tre episodi di violenza sessuale ad opera di ignoti». Nel fascicolo del procedimento contro padre Fedele sono stati allegati una serie di altri sottofascicoli relativi a denunce presentate dalla suora vittima delle presunte violenze sessuali. La suora denunciò agli agenti della squadra mobile di Roma di aver subito violenze sessuali nel giugno del 2005, nel novembre del 2006 e nell`aprile del 2007 e di aver subito minacce nel luglio e nell`agosto 2006. «Duole ravvisare – sostengono i difensori – che è stata disposta l`archiviazione di un procedimento aperto, comprensivo di più sottofascicoli, in chiara, evidente e dichiarata connessione a quello per cui è parola (4733/2005), ma mai acquisiti a quest`ultimo. D`altro canto, non ci meraviglia che ciò sia nella realtà accaduto, posto che le risultanze istruttorie esperite hanno dato tutte esito negativo, conseguendone una provata inattendibilità delle dichiarazioni della suora che palesemente ha deposto il falso». I difensori di Padre Fedele, Eugenio Bisceglia e Franz Caruso, sostengono, inoltre, che il fascicolo contenente le denunce fatte a Roma, al vaglio del pm Claudio Curreli, non «poteva e non doveva essere archiviato». «È di tutta evidenza – prosegue la memoria – che il fascicolo 5472/2010, comprensivo di una attività giudiziaria-investigativa copiosa svolta dalla Procura e dalla pg di Roma, sempre in dichiarata connessione con il fascicolo principale 4733/2005, avrebbe dovuto trovare la giusta collocazione presso quello definito con sentenza quivi gravata. Ma è di altrettanta evidenza che le risultanze probatorie emerse, completamente negative ed in conflitto con le dichiarazioni della suora, avrebbero di certo consentito una decisione differente da quella per cui è appello». In base agli elementi contenuti nella memoria i legali difensori hanno chiesto alla corte di riaprire il dibattimento. Una richiesta a cui si sono opposti i legali di parte civile, l`avvocato Marina Pasqua, per la suora vittima delle violenze, e l`avvocato Amelia Ferrari, per il centro antiviolenza “Lanzino” di Cosenza, nei loro interventi hanno sostenuto che tutti gli argomenti che hanno portato all`appello della difesa sono stati già affrontati nel corso del processo di primo grado. Gli avvocati di parte civile hanno, quindi, sostenuto che la memoria difensiva è inammissibile. Nessun dubbio sull`attendibilità delle suora secondo il sostituto procuratore generale Raffaella Sforza che ha chiesto alla corte di appello di Catanzaro di confermare la sentenza emessa in primo grado.  Infine la lunga arringa difensiva, oltre tre ore,  dell`avvocato Eugenio Bisceglia, che ha bollato la sentenza di primo grado come «raccapricciante perché usa due pesi e due misure. C`é stata poi una attività investigativa pessima». Uscendo dal palazzo di giustizia del capoluogo padre Fedele si è detto «sicuro» del buon esito del processo di appello. La prossima udienza è fissata per il 3 dicembre.

Argomenti
Categorie collegate

x

x