A Cosenza le strategie dei bersaniani
COSENZA Il Pd, le primarie e i travagli di un partito che pur sostenendo Monti, comincia a non poterne più. Almeno la sua base, quando parla a se stessa lo dice senza infingimenti. I bersaniani conti…

COSENZA Il Pd, le primarie e i travagli di un partito che pur sostenendo Monti, comincia a non poterne più. Almeno la sua base, quando parla a se stessa lo dice senza infingimenti. I bersaniani continuano a spiegarlo: i tecnici hanno salvato il Paese dall’abisso del berlusconismo, ma ora deve tornare la politica e con essa un progetto per la rinascita. Va da sé che il progetto è incarnato dal segretario democratico, di contro l’antagonista diretto, cioè Renzi, va avanti per slogan. Nella sala degli specchi della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, Mimmo Bevacqua, Franco Laratta hanno raccolto le truppe alla presenza di Ettore Rosato. Ma prima di loro una lunga fila di giovani amministratori hanno preso la parola. La strategia dei bersaniani però sa di inseguimento, come per dimostrare che pure da questa parte ci sono giovani impegnati e non solo vecchie guardie. Per tutti l’obiettivo è il sindaco di Firenze, da una parte la competenza, la credibilità e l’affidabilità di Bersani, dall’altra comunicazione brillante, ma priva di un programma. La battuta più cattiva su Renzi l’hanno detta loro, i giovani bersaniani, affermando che «in Calabria il rottamatore raccoglie i rottami». Un richiamo alquanto feroce a quanti si sono affiancati nella nostra regione al giovane candidato alle primarie. Ma oltre le sferzate, c’è anche la politica. Quella che rivendica al lavoro di Bersani di aver rimesso al centro dell’attenzione il Mezzogiorno, come dice Bevacqua.
Laratta invece preferisce spiegare che pur con le fatiche che il partito deve affrontare, è il Pd l’ancora di salvezza per il Paese, in un quadro di disfacimento generale e di populismo montante. Ovviamente il tema che torna come un assillo è quella dell’età di chi fa politica. E qui Laratta è bravo a smontare l’efficacia della giovinezza coniugata con la bravura, visto che Scopelliti è giovane e da ancor più giovane è stato sindaco di Reggio e presidente del Consiglio regionale e i danni che ha seminato oggi sono scritti in una relazione prefettizia. Perché tra la gente del Pd si vogliono sottolineare con forza le frasi del ministro Cancellieri che ha parlato di «continuità nella contiguità». Arena, dunque «ha proseguito sulla strada avviata da Scopelliti», dice con impeto Mario Oliverio. Queste parole portano dritti alla sfida che presto il Pd potrebbe dover affrontare, «non solo per la guida del Paese, ma pure della Calabria e per far questo occorre prestissimo costruire un programma e un gruppo», dice ancora il presidente della Provincia, giurando nel contempo che il suo discorso non rappresenta una sua mira regionale. Ma prima occorre vincere le primarie, che Oliverio vorrebbe trasparenti e «senza anonimato per chi va a votare» e dare forza a Bersani che «vuole aprire in Italia un nuovo corso, mentre da parte di Renzi vengono solo slogan». Ettore Rosato nel prendere la parola annuncia di avere appena twittato un complimento per i giovani del Pd calabrese, poi spiega dettagli che vanno oltre le parole d’ordine. «Renzi vuole dare duecento euro in più a tutti – dice il parlamentare del Pd – ma non spiega come fare e però annuncia di voler tagliare la spesa pubblica del 70%, anche qui senza fornire dettagli». Ma non basta, perché il sindaco di Firenze viene rappresentato come un liberista con amicizie nell’alta finanza che inevitabilmente rappresenterebbero una forte influenza nell’azione di un governo. Torna quindi la forza quieta di Bersani, che invece ha nel programma della ricostruzione del Paese una distribuzione delle fatiche sociali partendo dalla patrimoniale. Un modo per dire chi è di sinistra, magari soltanto un poco, e chi no.