INCHIESTA EOLO | Adamo: «Sono innocente e lo dimostrerò»
«Questi fatti non esistono e io voglio continuare a fare politica, non mi fermeranno». Nicola Adamo è fermo ma meno agitato di quanto si possa credere dopo la chiusura delle indagini sull’affaire eol…

«Questi fatti non esistono e io voglio continuare a fare politica, non mi fermeranno». Nicola Adamo è fermo ma meno agitato di quanto si possa credere dopo la chiusura delle indagini sull’affaire eolico. In platea la moglie Enza Bruno Bossio, pure lei indagata, ma per la sua posizione il pm ha chiesto l`archiviazione, assieme ad altre 16 persone. Il consigliere regionale si siede e stringe tra le mani i pochi foglietti che raccontano come lui sia stato “leader di una struttura criminale” e comincia la sua difesa. Che parte da lontano, perché l’origine di questa indagine è antichissima, «comincia a Paola – racconta Adamo – e poi per sei anni mi sono dovuto difendere dagli attacchi dei media, mentre chiedevo con forza e vanamente di essere interrogato dai magistrati per dimostrare la mia estraneità ai fatti».
E alla fine Adamo viene interrogato dal procuratore di Paola, Eugenio Facciolla, in un giorno inconsueto, il 14 agosto del 2008. Poi Adamo scende nei dettagli dell’inchiesta, e racconta del giorno in cui a Reggio Calabria incontrò il gruppo della Erg, interessato all’investimento nel campo dell’energia eolica e con cui avrebbe fatto affari illeciti. «Ricordo bene quel giorno, incontrai queste persone tra cui c’era D’Agni, che conosco da sempre, provenendo dallo stesso quartiere. A loro che si lamentavano di essere stati vessati dal precedente governo regionale, dissi che con noi avrebbero avuto una autostrada senza caselli». Ecco la frase incriminata, che Adamo riconosce di aver pronunciato, «ma che aveva un senso del tutto diverso, significava che con noi non avrebbero dovuto pagare alcun pedaggio e non avrebbero conosciuto ostacoli, oggi quella frase mi si ritorce contro». Per Adamo l’accusa che gli viene contestata non è contro la persona ma contro il ruolo che occupava in quegli anni, «chiunque al posto mio, conoscendo D’Agni sarebbe stato indagato». Ma è a questo punto che nella conferenza stampa irrompe l’irruenza della moglie, rimasta fino a quel momento ad ascoltare. «Questo non è vero – dice con veemenza Enza Bruno Bossio sostenendo invece che lei e il marito siano al centro di un attacco prolungato e tutt’altro che casuale – siamo stati sottoposti a una inchiesta basata sul gossip, l’indagine parte da Why Not e si snoda fino a oggi. Per me c’è una richiesta di archiviazione, ma occorre vedere se sarà accolta», prosegue sospettosa.
Più pacato Adamo continua la sua conferenza stampa, ostentando una certa rassegnazione agli aventi. «Finalmente potrò difendermi attraverso la conoscenza degli atti, mentre fino a oggi agli occhi dell’opinione pubblica sono stato indagato, imputato e forse perfino arrestato. Oggi si mette un punto a tutto ciò e avrò modo di dimostrare la mia innocenza. Lo dimostrerò nel processo». Nella sala gli amici venuti a sostenere l’ex vicepresidente della Regione nella giunta di centrosinistra, sibilano che tutto questo ha il sapore di un attacco politico. Lui li rassicura, «ho la pelle dura», e nel dirlo alza un poco la voce. La domanda circa il suo futuro politico è inevitabile e pure su una eventuale ipotesi di candidatura. Adamo ci pensa un poco poi spiega: «Continuerò a fare politica, ma prima voglio sgombrare il campo da ogni sospetto e difendermi da queste accuse, dopo quando tutto sarà chiarito, si vedrà».
Rischiano di passare parecchi anni prima di rivedere Adamo nuovamente in una lista, «ma se volessero candidarmi, non mi tirerei indietro».