Stabilizzazione dei precari La verità di Petramala
COSENZA Franco Petramala ha letto e riletto la sentenza che lo condanna a pagare 3,1 milioni di euro per i danni causati all`Asp di Cosenza dalla stabilizzazione dei precari. E, dopo aver assorbito i…

COSENZA Franco Petramala ha letto e riletto la sentenza che lo condanna a pagare 3,1 milioni di euro per i danni causati all`Asp di Cosenza dalla stabilizzazione dei precari. E, dopo aver assorbito il colpo, ha deciso di prendere carta e penna e mettere in fila le proprie perplessità. L`ex direttore generale dell`Azienda sanitaria bruzia, che ha pensato e firmato quelle stabilizzazioni, ha molti dubbi sulla decisione della Corte dei conti. E giudica paradossali alcune scelte della magistratura contabile: «La Corte sostiene che la Regione Calabria non poteva programmare e quindi autorizzare le stabilizzazioni perché in deficit finanziario, in base alle leggi in vigore fino al 2006, anche se per quel personale la copertura, tanto che veniva pagato – ed è tuttora pagato, anche se come personale precario».
Petramala ricorda, però, che «l’Asp di Cosenza ha operato con autorizzazione regionale. E come mai la censura è stata fatta solamente per l’Asp di Cosenza e non per le altre della Calabria?». Per il burocrate regionale, inoltre, «la copertura finanziaria delle stabilizzazioni esisteva perché gli oneri per questo personale erano in bilancio, visto che i dipendenti, anche se come precari, lavoravano da anni».
Seconda questione: «La sentenza afferma la responsabilità anche del dipartimento alla Salute della Regione: allora perché la Procura della Corte dei conti non ha coinvolto nel giudizio di responsabilità anche il direttore generale del dipartimento, l’emiliano Andrea Guerzoni che ha autorizzato la stabilizzazione?». Le considerazioni dell`ex dg tornano ai mesi in cui le procedure per la stabilizzazione furono attivate. Inevitabile chiedersi «perché è stato proprio Guerzoni a fare denuncia nel confronti del direttore generale dell’Asp, contemporaneamente all’attacco prolungato all’indomani delle elezioni provinciali di Cosenza di alcuni esponenti del Pdl?». È alle conseguenze di quella tornata elettorale (il Pdl accusò Petramala di aver manovrato la sanità per favorire Mario Oliverio, poi eletto, che correva contro Pino Gentile) che il manager fa risalire la denuncia di Guerzoni, che, dunque, sarebbe più politica che tecnica.
Tecnicissimo, invece, un altro aspetto della sentenza criticato da Petramala: «Secondo la Corte, pur autorizzata (dalla Regione ad assumere i precari, ndr), l`Asp avrebbe dovuto resistere e dire di no alla stabilizzazione, malgrado gli accordi sindacali regionali e malgrado il via libera della Regione». L`ente, però, secondo l`ex direttore generale «non aveva utilizzato per la stabilizzazione le leggi regionali, ma quella nazionale, a ciò autorizzata dalla Regione stessa». Osservazioni che Petramala potrà portare anche nel processo di Appello. La difesa punterà certamente anche su un`altra “caratteristica” della sentenza, che «ammette che, pur essendo le procedure di stabilizzazione illegittime, quella illegittimità ha portato però un vantaggio all’Asp, che ha beneficiato delle prestazioni lavorative anche dopo la stabilizzazione, ed evidentemente queste prestazioni sono state utili al funzionamento dell’ente».
Petramala si chiede: «Perché l`utilità viene calcolata al 50%, visto che la Regione e l`Asp si sono avvalse dell`opera del 100% dei lavoratori e continuano ad avvalersene? O erano utili tutti o non lo erano».