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Ritorna il dialogo nel Pd cosentino

COSENZA Come un gruppo di famiglia riunito dopo tanto tempo, i colonnelli del Pd cosentino tutti assieme per incoronare Damiano Covelli segretario del circolo Sarcone, quello del centro storico e del…

Pubblicato il: 01/11/2012 – 15:53
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Ritorna il dialogo nel Pd cosentino

COSENZA Come un gruppo di famiglia riunito dopo tanto tempo, i colonnelli del Pd cosentino tutti assieme per incoronare Damiano Covelli segretario del circolo Sarcone, quello del centro storico e delle frazioni della parte sud della città. Una candidatura unitaria, senza altri concorrenti, segno del nuovo vento di pace che sembra spirare tra i democratici. Attorno al tavolo Enza Bruno Bossio accanto a Mario Oliverio, Mario Maiolo di lato, seduto vicino a Cesare Marini, Salvatore Perugini dall’altra parte del tavolo, unico renziano in una foto di famiglia interamente bersaniana. Al gruppo si aggiungerà poco dopo anche Carlo Guccione, in verità il solo a rompere l’ecumenismo con il suo intervento. L’impressione è che il nuovo corso, con la sepoltura dell’ascia di guerra sia dal punto di vista politico che personale, sia stato avviato partendo dal rilancio del circolo più importante della città. Certo le differenze sopravvivono, Perugini per esempio ha ribadito che per lui è Renzi il vero argine all’antipolitica grillina. Il primo a dare il via all’impegno unitario è Mario Oliverio, che esordisce dicendo di «essere impegnato per costruire un clima positivo nel partito, a Cosenza e in Calabria», ed è Enza Bruno Bossio a far partire l’applauso. Il presidente della Provincia fa il lungo elenco dei fallimenti della giunta regionale, dalla sanità, ai fondi europei mal utilizzati, e spiegando che «la situazione in Calabria non è meno grave di quella in Lombardia e in Lazio», avverte che sarebbe utile che il partito si preparasse bene all’alternanza. Ma perché questo avvenga, lui bersaniano, ricorda che il segretario nazionale  aveva annunciato l’uso delle primarie come strumento per scegliere i candidati. Una rivendicazione di importanza dei territori e delle espressioni regionali del partito. E qui per Oliverio si inserisce il ragionamento sul congresso, «perché se c’è una candidatura condivisa, va bene, altrimenti anche qui si dia vita alle primarie, con regole chiare e senza procedere per faide interne».
Un passo avanti sul tema elezioni lo fa Maiolo, che considera necessario «ufficializzare prima delle elezioni l’accordo con le forze moderate, sia per le elezioni nazionale e ancor di più per quelle regionali». Fuori dal coro Carlo Guccione. Puntiglioso dice di apprezzare il clima di pace tra i leader del partito, ma per far sì che duri occorre «fare chiarezza tra noi, per capire le ragioni per le quali ci siamo divisi sul piano politico e pure personale». Un ragionamento che esige un affrontare le cose sospese, «partendo dalle cause che ci hanno portato a consegnare la città alla destra», un tema mai del tutto esorcizzato dentro il Pd cosentino. Quando lo sguardo di Guccione si sposta sul piano regionale, eccolo affermare l’urgenza di presentare subito «una mozione di sfiducia per Scopelliti, tanto per fare chiarezza e distinguere le parti», mentre a Bersani – lui che ancora sulla disputa delle primarie per il segretario non si è ancora schierato – «chiede di restituire il partito ai calabresi con i congressi».
E tanto per chiarire che nel Pd manca ancora una chiarezza di fondo, Guccione racconta all’assemblea cittadina di aver appreso da una trasmissione televisiva che «il presidente della provincia di Vibo si è dimesso in tempo utile per potersi candidare alle elezioni, concordando questa scelta con i vertici nazionali e regionali del partito». Una dichiarazione che lascia perplessi i partecipanti, mentre Guccione conclude domandandosi se «qualcuno stia facendo già le liste senza dirci nulla». L’assemblea che eleggerà Covelli alla guida del circolo rumoreggia, mentre in un angolo, in sesta fila, Nicola Adamo ascolta e manda sms.

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