I deputati del Pdl chiedono la commissione d`accesso per Rende
RENDE L`offensiva era stata anticipata nelle scorse settimane in maniera più o meno velata dal governatore Peppe Scopelliti. Ora viene messa nero su bianco dai deputati calabresi del Pdl (Dima, Sante…

RENDE L`offensiva era stata anticipata nelle scorse settimane in maniera più o meno velata dal governatore Peppe Scopelliti. Ora viene messa nero su bianco dai deputati calabresi del Pdl (Dima, Santelli, Traversa, Galati, Golfo e Foti) in un`interpellanza urgente al ministro dell`Interno Annamaria Cancellieri. Alla titolare del Viminale viene chiesto «se non ritenga necessario e non più differibile, visto il notevole lasso di tempo trascorso dall’emersione dei gravi fatti contestati dalla magistratura inquirente a due ex amministratori comunali (l`ex sindaco Umberto Bernaudo e l`ex assessore comunale Pietro Ruffolo ndr), promuovere l’accesso presso il Comune di Rende al fine di chiarire un quadro che, per come emerge dagli atti dell’inchiesta, sarebbe di un’evidente serietà».
L`inchiesta giudiziaria a cui fanno riferimento i sei deputati pidiellini è quella denominata “Terminator 4” della Dda di Catanzaro che ha portato nel mese di dicembre 2011 all’esecuzione di 18 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di esponenti e gregari della cosca Lanzino/Ruà di Cosenza. «Da questa operazione – si legge nell`interpellanza – è emersa la capacità della ‘ndrangheta di controllare il voto in occasione delle competizioni elettorali. A seguito di questa operazione antimafia, sono stati iscritti nel registro degli indagati per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e voto di scambio l’ex sindaco del Comune di Rende, attuale consigliere provinciale del Partito democratico, e l’ex assessore dello stesso Comune, già assessore provinciale in quota al Pd e successivamente autosospesosi dall’incarico pubblico perché rinviato a giudizio in un’altra inchiesta della Dda di Catanzaro con l’accusa di usura aggravata dalle modalità mafiose».
Nell`interpellanza si legge inoltre che «secondo quanto emerso dagli atti d’indagine, i due esponenti politici in questione, nelle vesti di sindaco ed assessore comunale del Comune di Rende, avrebbero affidato alla cooperativa “Rende 2000” l’esecuzione di alcuni lavori in cambio di voti e sostegno elettorale in occasione della competizione per il rinnovo del consiglio provinciale di Cosenza del 2009 che si è conclusa con l’elezione di entrambi. La cooperativa in questione, che si è occupata, per conto del Comune di Rende, dello svolgimento di servizi di competenza comunale come la manutenzione delle fognature, la nettezza urbana, la cura del verde, i servizi cimiteriali, la manutenzione e la sorveglianza dei beni municipali, sarebbe stata gestita, secondo gli inquirenti, da esponenti di primo piano della criminalità organizzata locale destinatari dei provvedimenti giudiziari legati a questa operazione antimafia».
Ma non sarebbe finita qui perché a detta dei parlamentari del Pdl, «gli accertamenti della polizia giudiziaria hanno evidenziato come in occasione delle elezioni provinciali del 2009 la cosca locale si sia attivamente impegnata nell’elezione dei due amministratori comunali attraverso un capillare controllo del voto condotto anche al di fuori delle sezioni elettorali e già in data 31 maggio 2012, sullo stesso argomento, è stata presentata un’interrogazione parlamentare a risposta scritta a cui ministro dell’Interno, nonostante la serietà dei fatti denunciati, non ha ancora dato alcuna risposta».