«Volevano che non venissi in udienza»
TORINO Rocco Varacalli, il collaboratore di giustizia comparso stamattina in tribunale a Torino, in qualità di teste in un processo per omicidio, avrebbe ricevuto offerte dalla `ndrangheta per fare p…

TORINO Rocco Varacalli, il collaboratore di giustizia comparso stamattina in tribunale a Torino, in qualità di teste in un processo per omicidio, avrebbe ricevuto offerte dalla `ndrangheta per fare perdere le proprie tracce e non deporre nel processo in corso oggi e nel processo “Minotauro” sulle presunte infiltrazioni dell`organizzazione in Piemonte. Lo ha sostenuto lo stesso pentito nel suo intervento, durato oltre tre ore, davanti alla Corte d`assise. Le presunte offerte, consistenti in un compenso economico, una sistemazione all`estero e nell`immunità, gli sarebbero state fatte telefonicamente da alcuni suoi familiari nel periodo compreso tra lo scorso maggio e il 28 agosto, giorno in cui fuggì dal luogo protetto in cui si trovava agli arresti domiciliari per raggiungere Castellamonte (Torino). Qui era stato latitante, a casa dell`ex suocero, fino allo scorso 10 ottobre, quando i carabinieri lo avevano rintracciato e arrestato. Varacalli ha detto di avere deciso di scomparire perché non si è fidato dell`offerta e si è sentito in pericolo per la sua incolumità. Durante la deposizione è emerso che al momento dell`arresto il pentito aveva addosso una lettera indirizzata al pm torinese Roberto Sparagna in cui confermava «di avere scelto di restare dalla parte della giustizia».