Longhi Bovetto, slitta il processo d`appello al governatore
REGGIO CALABRIA Falsa partenza per il processo d`appello per la discarica di Longhi Bovetto che vede imputati l`attuale presidente della Regione Calabria ed ex sindaco di Reggio, Giuseppe Scopelliti…

REGGIO CALABRIA Falsa partenza per il processo d`appello per la discarica di Longhi Bovetto che vede imputati l`attuale presidente della Regione Calabria ed ex sindaco di Reggio, Giuseppe Scopelliti, l`ex assessore comunale all`Ambiente, oggi titolare dell`assessorato alle Attività produttive, Antonio Caridi e il dirigente comunale Igor Paonni. A far slittare l`udienza – fissata per il 25 gennaio prossimo – il legittimo impedimento per motivi di salute avanzato dal legale di Paonni, l`avvocato Antonino Mallamaci. Il primo grado si era concluso per i tre con una condanna a sei mesi con pena sospesa per omissione d`atti d`ufficio. In proposito, però, va anche aggiunto che la Corte, valutando il concreto rischio di incorrere nella prescrizione del reato, ha anche disposto il congelamento della decorrenza dei termini. In sostanza il processo è stato incardinato e questo blocca la lancetta del cronometro che riprenderà a partire soltanto dopo la chiusura del dibattimento di secondo grado.
In primo grado il giudice aveva dunque sostanzialmente confermato l`impianto accusatorio del pm Sara Ombra, secondo cui Scopelliti, come ex sindaco, e Caridi, in qualità di assessore competente, non avrebbero messo in atto le dovute azioni di programmazione, controllo e vigilanza sull`operato del dirigente Paonni, diretto responsabile della mancata esecuzione dei lavori di bonifica della zona, in quanto curatore del progetto preliminare e della realizzazione delle opere necessarie alla bonifica dell`ex discarica, chiusa nel 1999 e mai realmente messa in sicurezza. Nello specifico, i tre sono stati condannati per non aver vigilato sullo smaltimento del percolato, liquame derivante dalla decomposizione dei rifiuti, il cui smaltimento – un intervento da 6mila euro – è stato finanziato con estremo ritardo rispetto al progetto di bonifica del sito curato da Paonni e approvato nel 2006.
Il caso all`epoca era esploso anche perché nelle immediate vicinanze dell`ex discarica è presente una scuola elementare ultimata da 10 anni, ma che non era mai potuta divenire operativa proprio a causa della mancata bonifica dell’area.
Il processo d`appello per l`ex discarica non è comunque l`unica grana giudiziaria del presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, che attualmente è imputato per abuso d`ufficio e falso in atto pubblico nell’ambito del cosiddetto “caso Fallara”, e risulta indagato a Catanzaro in due diverse inchieste. In qualità di presidente della Regione, è indagato insieme a tutta la giunta per il cosiddetto “caso Sarlo”, dal nome della dirigente Alessandra Sarlo, moglie del giudice Vincenzo Giglio attualmente in carcere per i suoi contatti secondo l`accusa poco ortodossi con le famiglie Valle-Lampada, nominata dirigente generale a capo del dipartimento “Controlli”. Secondo gli inquirenti la nomina della Sarlo è la contropartita chiesta per un giro di informazioni giudiziarie riservate in cambio di aiuti politici, così da soddisfare i desiderata della moglie del magistrato Giglio. Ma a Catanzaro il governatore Scopelliti, in qualità di commissario ad acta per la sanità, è anche indagato per una serie di provvedimenti – come il patto di legislatura con l’Aiop, la convenzione con l’Università Magna Graecia di Catanzaro e il regolamento attuativo per l’accreditamento dei centri socio-riabilitativi – assunti, sostiene il pm Dominijanni, in barba a quanto stabilito dal piano di rientro.