Modello Reggio, la nuova resa dei conti
REGGIO CALABRIA Il Comune di Reggio Calabria non ha adottato le misure correttive richieste dalla Corte dei conti. Se questa situazione andrà avanti, l`epilogo è inevitabile: «Il dissesto finanziario…

REGGIO CALABRIA Il Comune di Reggio Calabria non ha adottato le misure correttive richieste dalla Corte dei conti. Se questa situazione andrà avanti, l`epilogo è inevitabile: «Il dissesto finanziario dell`ente». Il monito – l`ennesimo – è contenuto nel documento della sezione regionale di controllo per la Calabria, pubblicato mercoledì sera sul sito web della Corte. A questo punto, la terna commissariale è chiamata a una corsa contro il tempo: 15 giorni per fornire «eventuali ulteriori controdeduzioni». Entro 30 giorni, invece, i giudici contabili effettueranno nuovi accertamenti per capire se sussistano le condizioni per “salvare” le casse del Comune. Che sono messe male, malissimo. Non ci sono soltanto i dati conosciuti, come il disavanzo di 170 milioni di euro accertato dagli ispettori del ministero dell`Economia. I rilievi, pesantissimi, investono anche altri settori della vita finanziaria dell`ente. Ci sono 20,8 milioni di ritenute fiscali non versate nei confronti dei dipendenti (già accertati dagli ispettori), «gravi irregolarità nella gestione dei residui», «elusione dei vincoli del patto di stabilità», «illegittima erogazione dei compensi accessori, dell`incentivo per la progettazione e di compensi aggiuntivi» a dipendenti del Comune. Un focus sui metodi con i quali Palazzo San Giorgio ha gestito il denaro pubblico, una nuova discesa negli inferi di uno dei bilanci più disastrati d`Italia. Aggravato, tra l`altro, dalle «sottoscrizioni di swap non conformi alla normativa in vigore». Anche la finanza creativa ci si è messa. Per non parlare delle conseguenze della gestione allegra sulle imprese e i cittadini che hanno intrattenuto rapporti di lavoro con il Comune. La magistratura contabile ha evidenziato «165 decreti ingiuntivi per un totale di 19milioni e 890mila euro; 4 pignoramenti immobiliari e 2 pignoramenti delle quote della Reges; 331 pignoramenti mobiliari presso terzi, per un totale di euro 1milione e 811mila euro; 409 pignoramenti mobiliari presso il debitore per un totale di euro 2 milioni 562mila euro». Il totale complessivo è una cifra monstre: 24 milioni 264mila euro «che vanno riconosciuti come debiti fuori bilancio». E si sommano al disavanzo occulto, in un crescendo che racconta meglio di mille trattati sociologici come sia possibile far precipitare un`intera città in un buco. Il rendiconto 2010 mostra residui passivi (debiti) per 679 milioni di euro. Sembra di giocare con le cifre del Monopoli e invece sono i risultati dell`analisi dei magistrati sui dati forniti dallo stesso Comune.
Palazzo San Giorgio ha debiti ingenti anche nei confronti delle società partecipate. La Leonia è quella in condizioni più precarie. Ha accertato un credito verso l`ente di 20 milioni 479mila euro, mentre il Comune ha impegnato, per coprirlo, solo 15 milioni 490mila euro. Mancano 5 milioni, per i quali «sono in corso accertamenti». Tutto troppo fumoso per la Corte dei conti. Situazione simile anche per la Multiservizi (più di 19 milioni di credito nei confronti del Comune e impegni per soli 9 milioni).
Uno sprofondo. Al quale i magistrati chiedono di porre rimedio in tempi brevi. La salvezza è contenuta in 14 punti, obiettivi da raggiungere per evitare il default. Si va dall`«assicurare una corretta gestione di cassa» al «provvedere a versare le ritenute fiscali dovute con riguardo ai dipendenti (omesse, al tempo, per euro 20.881.582,95)» fino a «garantire il rigoroso rispetto della disciplina in materia di trattamento retributivo, in ogni sua componente, assicurando il recupero di quanto illegittimamente erogato». Per la città del “modello” è una nuova resa dei conti. E i tempi sono strettissimi.