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CAOS CATANZARO | Le reazioni del centrosinistra

CATANZARO Lo scioglimento del consiglio comunale di Catanzaro è una tragedia per alcuni (sindaco Abramo e centrodestra in primis), una liberazione per altri. A poche ore dalla decisione di annullare…

Pubblicato il: 22/11/2012 – 16:21
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CAOS CATANZARO | Le reazioni del centrosinistra

CATANZARO Lo scioglimento del consiglio comunale di Catanzaro è una tragedia per alcuni (sindaco Abramo e centrodestra in primis), una liberazione per altri. A poche ore dalla decisione di annullare il voto in otto sezioni del capoluogo, le dichiarazioni (colme di soddisfazione e di impegni per il futuro) cominciano ad accavallarsi senza sosta. Non ha tardato a farsi sentire anche il segretario nazionale democrat Pierluigi Bersani, che sottolinea «la fondatezza della battaglia del Pd e di Salvatore Scalzo», decisiva per il «ripristino della legalità». Bersani invoca il ritorno alle urne «nella massima chiarezza e trasparenza e per assicurare il doveroso rispetto delle regole democratiche». Il leader Pd conferma inoltre l`impegno al fianco dell`ex candidato a sindaco Scalzo, «perché la sua vittoria a Catanzaro sia motore di cambiamento per tutta la Calabria».

LA SVOLTA POLITICA Punta tutto sul ribaltamento degli attuali assetti il commissario Pd Alfredo D`Attore, che vede nel pronunciamento del Tar una conferma alle «denunce che avevamo avanzato circa la non regolarità del voto amministrativo». Ma la vera sfida si gioca adesso e consiste nel permettere agli elettori delle sezioni coinvolte di tornare alle urne «in un contesto di trasparenza e rispetto delle regole». Il Pd, dal canto suo assicurerà all`ex candidato a sindaco Salvatore Scalzo «un sostegno ancora più forte e determinato, nella convinzione che a Catanzaro possa davvero partire quella svolta politica che l`intera regione aspetta».
Tempestivo, com`è sua abitudine, il deputato Pd Franco Laratta, secondo cui «il Tar di Catanzaro non poteva non annullare il voto amministrativo della città». Per il parlamentare il motivo è piuttosto semplice: «Troppe violazioni di leggi, abusi, inquinamenti del voto. Ora si torni alle urne nel massimo rispetto delle regole».
Certo, il ribaltamento dell`ultimo esito elettorale porta con sé anche considerazioni amare: «Quello che fa male è che dopo Reggio Calabria, Corigliano Calabro e altri comuni minori, venga sciolto il consiglio comunale della città capoluogo di regione. Un colpo al cuore alla democrazia di questa regione, che pare sempre più destinata ad essere una regione senza regole né legge». Laratta non nasconde l`anomalia calabrese, una regione «commissariata in tutto», in cui «la corruzione è penetrata in ogni dove» e nella quale «le azioni criminali, poste in essere da banditi e da una certa politica, sono diventate il segno distintivo di un`intera regione. Ormai ci conoscono così, quasi come criminali incalliti, in tutta Italia». Chi si salva? Difficile dirlo, per l`esponente democrat, secondo cui nemmeno la stessa Regione guidata da Peppe Scopelliti, anche lui pidiellino come l`ormai ex sindaco Abramo, «non è affatto esente da inquinamento e corruzione». Ecco perché la Calabria ha «un urgente bisogno di una rivoluzione degli onesti. Va fatta pulizia senza guardare in faccia nessuno», altrimenti «non si salva più».
La decisione del Tar «va accolta con favore e dà ragione al Partito democratico», ribadisce la deputata Doris Lo Moro, per la quale i cittadini devono saper «riconoscere e premiare il percorso di legalità intrapreso dal Pd, affinché in Calabria possa affermarsi un nuovo corso».

«ORA SERVE CAMBIO DI PASSO» In ogni caso il Pd esulta per la vittoria di una battaglia oltremodo difficile. «La decisione – secondo il coordinatore provinciale del Pd Pasquale Mancuso – non era inattesa. Stupisce l`ampiezza e la profondità del provvedimento a dimostrazione che le ragioni dei ricorrenti erano fortemente robuste e pienamente motivate. Una decisione che produce anche effetti politici non soltanto nella città di Catanzaro e che impone un chiarissimo e netto cambio di passo per il Pd e per il centrosinistra tutto».
Anche i piddini Zoggia e Stumpo etichettano come «ottima notizia» il pronunciamento del tribunale amministrativo, che «fa giustizia delle gravi alterazioni determinatesi nello svolgimento  del voto nell`ultima tornata amministrativa». I due esponenti democrat non hanno dubbi su chi sia il protagonista di questo successo, cioè l`ex candidato a sindaco Salvatore Scalzo, che insieme al Pd aveva denunciato le anomalie e criticità dell`ultima tornata elettorale nella città dei tre colli. «Ora è necessario ripristinare le condizioni affinché si possa tornare al voto in un contesto di legalità e massima garanzia per i cittadini».

«SPLENDIDA GIORNATA» Dello stesso tenore anche le dichiarazioni di Domenico Petrolo, coordinatore della campagna elettorale di Scalzo e membro del dipartimento Cultura del Pd. La parola chiave è «giustizia», perchè il Tar ha ristabilito «la verità su quello che è successo a Catanzaro durante le elezioni della scorsa primavera». L`entusiasmo, ovviamente, è al massimo: «Oggi è una splendida giornata. In queste settimane ci siamo battuti per ristabilire un principio legalità che ha un grandissimo valore non solo per Catanzaro ma per tutta la Calabria. Di fronte allo scetticismo e allo scherno della destra catanzarese che ha sempre cercato di minimizzare, di negare l`evidenza, pur di occupare la poltrona di Palazzo De Nobili», spiega Petrolo. Che aggiunge, trionfale: «Ora i cittadini potranno riappropriarsi del proprio voto. Senza nessuna costrizione potranno legittimare un governo all`altezza del nostro capoluogo della Regione».

L`AFFONDO DELLA NAPOLI Non è una rappresentante del Pd, ma le bordate di Angela Napoli sono altrettanto pesanti. Per la parlamentare Fli, infatti, il commissariamento del Comune di Catanzaro rivela «le indebite pressioni e i sotterfugi che ancora oggi vengono esercitati da alcuni partiti politici e che, quindi, non rendono libera e democratica la scelta degli elettori». 
Poi la pasionaria di Futuro e libertà passa in rassegna un elenco preoccupante: «Commissariamento del Comune di Catanzaro»; «scioglimento per contiguità mafiosa del Consiglio di Reggio Calabria»; Rende sottoposta a «commissione d`accesso»; Taurianova «primo Comune d`Italia sciolto per mafia ancora oggi sottoposto per la terza volta alla commissione d`accesso»; «tre consiglieri regionali arrestati»; «settori regionali della sanità e dell`ambiente commissariati per la situazione emergenziale nella quale sono stati calati». Impossibile, per la Napoli, eludere l`interrogativo finale: «Cosa ancora deve accadere per richiamare i cittadini della Calabria a riacquistare l`orgoglio di appartenenza, dicendo basta ai corrotti e collusi in politica?».

«SI TORNI AL VOTO» Non usa perifrasi nemmeno la Cgil, convinta che «la città di Catanzaro, i suoi cittadini, non meritano di vivere nel dubbio che l`elezione del proprio sindaco e del consiglio comunale si sia svolta in un clima di irregolarità e con il pesante sospetto che l`esercizio del voto sia stato condizionato da pesanti pressioni da parte della politica nei confronti dei cittadini». Secondo il segretario generale della Cgil della Calabria, Michele Gravano, e il segretario generale della Cgil di Catanzaro-Lamezia, Giuseppe Valentino, «c`é il bisogno di fare luce su questa vicenda. Assieme alle tante inchieste che gettano un`ombra pesante sul capoluogo di Regione, la sentenza di oggi continua a parlare di una democrazia condizionata da poteri che minano alla sovranità popolare sancita dalla Costituzione repubblicana». Catanzaro ha bisogno di chiarezza, perché «le scelte importanti che investono la città, in termini di governo del territorio, di investimenti, sul futuro dei lavoratori dipendenti e delle aziende partecipate non possono essere esercitate con la spada di Damocle dei brogli elettorali».
Pertanto Gravano e Valentino chiedono alla politica «un gesto di buon senso e di responsabilità», affinché «si fughi ogni dubbio su quanto è avvenuto nei giorni del voto. La parola torni ai cittadini».

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