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CAOS CATANZARO | La delibera della giunta: «Sentenza errata e ingiusta»

«Errata e ingiusta», è questo il giudizio della giunta comunale di Catanzaro sulla sentenza del Tar calabrese che ieri ha annullato il voto in 8 seggi del capoluogo e fatto decadere dalla carica il s…

Pubblicato il: 23/11/2012 – 12:23
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CAOS CATANZARO | La delibera della giunta: «Sentenza errata e ingiusta»

«Errata e ingiusta», è questo il giudizio della giunta comunale di Catanzaro sulla sentenza del Tar calabrese che ieri ha annullato il voto in 8 seggi del capoluogo e fatto decadere dalla carica il sindaco Sergio Abramo e il consiglio comunale. Un provvedimento, adottato circa quattro ore dopo il dispositivo della magistratura, con l`ormai ex amministrazione ha dato incarico agli avvocati Franco Gaetano Scoca e Giuseppe Iannello per proporre ricorso dinanzi al Consiglio di Stato con istanza di sospensione della sentenza. Quella delibera, però, sarebbe illegittima. Lo sostiene l`esponente di Sel, Giuseppe Pisano. «Non può non vedersi in tale atto deliberativo, adottato da un organo che non esiste più e da soggetti che non sono più assessori, un evidente e chiaro abuso con evidente profili penali oltre che con nette connessione sotto il profilo del danno erariale. Come può – si chiede Pisano – un organo, dichiarato decaduto e privo pertanto di alcun potere deliberativo e rappresentativo, adottare un atto per dare incarico, a spese della collettività, ad un avvocato per fare appello e per tutelare la posizione personale di Abramo dichiarato decaduto? Insomma – prosegue Pisano -, nonostante la sentenza del Tar, che ha reso finalmente giustizia, e che ha già condannato il Comune a pagare 14mila euro di spese processuali, c’è ancora chi omette di rispettare la sentenza omettendo, anche sotto il profilo penale, di darvi esecuzione e di rispettarle». Giuseppe Pisano chiede, quindi, «al commissario, che dovrà traghettare il Comune alle nuove elezioni, la revoca di quell’atto deliberativo che è illecito e illegale ed adottato da chi non aveva alcun potere. Riservo, tuttavia, sin d’ora, pubblicamente, di portare quell’atto deliberativo alla Procura della Repubblica per abuso nonché alla Procura presso la Corte dei Conti per gli evidenti profili erariali».
La delibera contestata, stando a quanto riportato sull`intestazione, sarebbe stata approvata alle 17. A presiedere la riunione è stato il vice sindaco Sinibaldo Esposito, assenti, oltre al sindaco impegnato a Roma, gli assessori Belmonte e Concolino. Nel corpo della delibera si dà atto di quanto sancito poche ore prima dal Tribunale amministrativo: «Vista la sentenza numero1145 del 22 novembre 2012, depositata in pari data, con cui il Tar ha definitivamente deciso i ricorsi, previa loro riunione, estromissione del ministero dell’Interno per difetto di legittimazione passiva nonché declaratoria di inammissibilità dell’impugnazione proposta da Fernando Miletta, accogliendo gli stessi e disponendo quanto segue: ha dichiarato l’illegittimità delle operazioni elettorali svoltesi nelle sezioni nn. 3, 4, 18, 24, 28, 37, 70 e 85 per la scelta del sindaco e dei consiglieri comunali e ne ha disposto l’annullamento e la conseguente rinnovazione; ha disposto l’annullamento del verbale dell’Ufficio elettorale centrale del 10 maggio 2012 di proclamazione alla carica di sindaco del Comune di Catanzaro di Sergio Abramo nonché del verbale del predetto ufficio del 6 giugno 2012 di proclamazione alla carica di consigliere comunale del Comune di Catanzaro, con condanna alle spese di lite, in parte compensate nei confronti dei controinteressati, nonché con disposizione di trasmissione della sentenza e degli atti di giudizio alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro». È la stessa giunta, ormai decaduta, a riscontrare «la necessità e l’urgenza di proporre ricorso al Consiglio di Stato avverso la predetta decisione, con istanza di sospensione della sua esecutività, presentandosi la predetta decisione errata ed ingiusta». In sintesi vengono riportate anche le motivazioni che hanno spinto Esposito e gli ex assessori a impugnare il dispositivo: «In considerazione dei profili di grave pregiudizio che ne scaturiscono per l’intero apparato amministrativo nonché per il buon andamento e la gestione della città stante anche il periodo di difficoltà finanziarie e il risanamento, già avviato, che questa amministrazione si trova ad affrontare». Palazzo de Nobili ha le casse vuote, dice il centrodestra. Eppure, appena due righe più in basso nella stessa delibera, la stessa giunta assegna l`incarico ai due legali e dispone «la somma di mille euro con prenotazione dell’impegno sul capitolo 18020 del bilancio 2012 e con riserva di integrare la spesa a tal fine necessaria».

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