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La promessa di De Felice: «Guerra continua ai clan»

REGGIO CALABRIA «Reggio Calabria è una priorità»: lo ha detto chiaramente il nuovo numero uno della Dia, Arturo De Felice, al termine della sua visita sulla sponda calabrese dello Stretto, la città c…

Pubblicato il: 23/11/2012 – 14:59
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La promessa di De Felice: «Guerra continua ai clan»

REGGIO CALABRIA «Reggio Calabria è una priorità»: lo ha detto chiaramente il nuovo numero uno della Dia, Arturo De Felice, al termine della sua visita sulla sponda calabrese dello Stretto, la città che per prima ha deciso di visitare in veste ufficiale. E sicuramente a muovere De Felice – reggino di nascita – non sono stati motivi d`affezione. «Reggio Calabria è il primo comune capoluogo sciolto per mafia, venire qui era un atto doveroso», ha spiegato il nuovo capo della Dia.
Così come doverosi – e destinati a ripetersi nel tempo – sono gli incontri che De Felice ha avuto tanto con la triade commissariale guidata dal prefetto Panico, che dal giorno dello scioglimento del consiglio comunale guida Reggio Calabria, tanto con i vertici della magistratura giudicante e requirente.
«Su Reggio – ha sottolineato a più riprese de Felice – l`attenzione sarà costante», come il sostegno che il nuovo numero uno della Dia ha assicurato al centro operativo reggino . «La mia presenza oggi è un messaggio che lascio alle donne e agli uomini che lavorano in questa sede ed è un impegno morale e personale: Reggio non si troverà mai nella condizione di non potere affrontare un`indagine per mancanza di uomini e mezzi».
Primo fronte d`attacco, i cantieri di grandi e piccole opere – ha annunciato De Felice – su cui la Dia ha intenzione di moltiplicare gli accessi. «La guerra continua», ha promesso.
Ed è sul fronte avanzato della lotta alla criminalità che la Dia reggina è ed è stata esposta negli ultimi mesi. Una guerra lunga, in cui le battaglie importanti sono ancora tutte da combattere, ma nell`ambito della quale quello che è stato pensato come «il coacervo delle forze dell`ordine e dei migliori investigatori presenti sul territorio» – cui si aggiungeranno probabilmente a breve anche la guardia forestale e la polizia penitenziaria – può già vantare importanti successi. Nel campo delle aggressioni ai patrimoni della `ndrangheta, le indagini degli investigatori reggini hanno portato da gennaio a oggi a sei sequestri beni, tra i quali quello a carico del noto imprenditore Pietro Siclari o quello a carico del boss Santo Crucitti, per un valore superiore ai 281 milioni di euro. Ancor più importante perché – ha sottolineato De Felice – «si tratta di patrimoni che passano definitivamente dai clan allo Stato» – il risultato raggiunto sul fronte delle confische. Già cinque quelle ottenute nel 2012, per un valore complessivo di 141 milioni e 230mila euro.
Ma anche sul fronte delle indagini i risultati non sono mancati: è grazie a un software elaborato da uno degli investigatori della squadra reggina che è stato possibile analizzare ed elaborare l`enorme mole di materiale informatico che sempre più spesso viene sequestrato nel corso delle indagini, senza fare ricorso a centri esterni – i cosiddetti Ctu – troppo permeabili per essere sicuri. È il caso – ad esempio – dell`indagine “Breakfast” che nell`aprile scorso ha messo a soqquadro la Lega, svelando l`ombra delle ‘ndrine non solo nel cuore e nelle casse del Carroccio, ma nei cda delle aziende che contano tanto a Reggio Calabria come a Milano.
Un`indagine delicata quella coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, che attende svolte importanti proprio dalle migliaia di terabyte di documenti sequestrati nei server dello studio della Mgim – azienda con sede milanese e affari reggini – che proprio la Dia si sta occupando di scandagliare e analizzare.
Ma anche sul fronte dell`ordine pubblico, ha ricordato il colonnello Ardizzone, la Dia ha dato a suo modo un proprio contributo: «Forniamo una soluzione ai problemi sollevati dalla piazza perché ad esempio a Reggio Calabria le nostre indagini hanno fatto sì che le aziende municipalizzate si scrollassero di dosso il velo della contiguità mafiosa che ha portato a disservizi da una parte e malcontento per stipendi non pagati dall`altra».
Risultati importanti – ha sottolineato De Felice – che in futuro la Dia ha intenzione di replicare e forse potranno fare cambiare idea al procuratore aggiunto della Dda, Nicola Gratteri che in occasione di convegni pubblici e trasmissioni televisive ha più volte affermato che sarebbe necessario eliminare la Dia. «Si tratta di affermazioni che il dottore Gratteri ha fatto prima della mia nomina – ha detto De Felice, tagliando corto su ogni possibile polemica – spero che con il tempo abbia ragione di ricredersi».

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