D`Attorre: «Primarie per la selezione dei candidati al Parlamento»
LAMEZIA TERME Per la prima volta da quando ha messo piede in Calabria, il «moderatamente bersaniano» Alfredo D`Attorre non declina il “noi” ma l`“io”. E in conferenza stampa, nella sede del Pd calabr…

LAMEZIA TERME Per la prima volta da quando ha messo piede in Calabria, il «moderatamente bersaniano» Alfredo D`Attorre non declina il “noi” ma l`“io”. E in conferenza stampa, nella sede del Pd calabrese, rivendica con forza il suo ruolo di segretario facente funzione del partito e «non di arbitro» come qualche renziano avrebbe voluto. «In tutto il Paese – rimarca il commissario – i segretari regionali del partito hanno liberamente scelto da che parte stare. Anche qui in Calabria è stata fatta una scelta». Punto. Altre polemiche non ce ne saranno. «È mia intenzione – confessa D`Attorre – coinvolgere nella vita del partito calabrese le forze che hanno sostenuto il sindaco di Firenze». Nei corridoi, a questo proposito, si vocifera dell`imminente nomina di alcuni esponenti di quest`area nell`esecutivo regionale.
Ma oggi non è il tempo di tracciare la rotta dei futuri assetti del partito. Meglio concentrarsi sui risultati del ballottaggio («consentono di mettere una seria ipoteca sulle scelte del nuovo governo») appena concluso e che raccontano di una Calabria come la regione più bersaniana d`Italia. D`Attorre è orgoglioso ma giura di non volere che gli si riconoscano meriti per quanto successo. «Se qualcosa ho fatto – accenna con una punta di orgoglio – è quella di aver favorito un processo di ricomposizione delle forze sane presenti in questo partito. Abbiamo dimostrato che la democrazia può funzionare bene in questa regione». Il commissario ha convocato l`incontro con i giornalisti soprattutto per respingere con forza «le ricostruzioni forzate di alcuni organi di stampa» secondo cui dietro Bersani si sarebbe ricomposta «la grande ammucchiata di Caposuvero». E viste le proporzioni del successo conseguito a queste latitudini dal segretario non è poi utopistico pensarlo. «Dietro questo risultato – ribatte – c`è il lavoro di dirigenti, rappresentanti eletti e di forze politiche come Psi e Sel. Abbiamo ottenuto un risultato straordinario: quello di coniugare unità e rinnovamento».
E proprio su questo tema, D`Attorre insiste molto. Va bene pure che il tema della rottamazione propugnato da Renzi non è stato apprezzato dai calabresi, ma è necessario mettersi al lavoro sin da subito perché alle elezioni «la selezione dei candidati venga effettuata sulla base della partecipazione democratica e dell`effettiva rappresentanza dei territori». Anzi, su questo punto D`Attorre si spinge addirittura oltre: «Se la legge elettorale non dovesse malauguratamente essere modificata, io credo che si debba procedere alla selezione dei candidati attraverso il meccanismo delle primarie su base provinciale, in modo dare rappresentanza a tutti i territori». Le parole-chiave dalle quali si dovrà ripartire in Calabria sono moralità e lavoro. Di fronte al «fallimento della destra», D`Attorre ripropone l`appello alle forze responsabili del centrodestra a individuare un percorso che porti al rinnovo dei vertici della Regione nel più breve lasso di tempo. «In cambio – annuncia il commissario –, anche a partire dal prossimo consiglio regionale, siamo disposti a votare sin da subito le riforme non più procrastinabili». Poi, l`affondo (pur senza mai citarlo) nei confronti del governatore Scopelliti: «Con l`accanimento terapeutico non si va da nessuna parte. Noi siamo a disposizione per costruire in Calabria un`alleanza civica per le riforme».
Chiusura dedicata ai temi del confronto interno al Pd: «I congressi si faranno e segneranno un punto di non ritorno. Ma la data della loro celebrazione dipende da quando si andrà a votare». A sorpresa, infine, l`invito a Matteo Renzi (i due si sono punzecchiati ripetutamente dopo il primo turno) a scendere in Calabria per una manifestazione elettorale a sostegno della scalata a Palazzo Chigi di Bersani. Doris Lo Moro, rimasta in silenzio fino a quel punto, abbozza un sorriso: «Commissario, possiamo dirlo: oggi è un giorno di festa per tutti noi».