Alla convention di Galati ci sono solo gli amici
LAMEZIA TERME Che sfigato, Emilio Fede. Una vita passata a inciuciare con i poteri forti (e con le loro passioni olgettinesche) e poi, nel momento in cui decide di passare anche lui dalla parte dell`…

LAMEZIA TERME Che sfigato, Emilio Fede. Una vita passata a inciuciare con i poteri forti (e con le loro passioni olgettinesche) e poi, nel momento in cui decide di passare anche lui dalla parte dell`establishment, di quelli che stanno dentro la comodissima stanza dei bottoni, viene abbandonato al suo destino. Durante la presentazione del suo movimento politico, “Vogliamo vivere”, ad ascoltarlo c`erano i proverbiali quattro gatti – tra cui alcuni amici e altri soggetti in cerca di un modo qualunque per trascorrere la giornata –, che hanno puntellato qua e là le poltroncine del Teatro nuovo di Milano. Alla fine completamente deserto, triste.
Che differenza rispetto all`allegria delle notti di Arcore. E che abissale contrasto rispetto alla pimpantissima convention dei Cristiano-popolari di Pino Galati. Il parlamentare calabrese, coordinatore nazionale della neonata formazione politica, può ben vantarsi del successo di pubblico ottenuto domenica scorsa: la platea del palazzo delle Stelline di Milano era infatti occupata in ogni ordine di posto, vibrante del contagioso entusiasmo dei partecipanti, orgogliosi di poter dire un giorno «c`ero anch`io».
Certo, poi qualcuno dovrà pur prendersi la briga di spiegar loro di aver partecipato alla costituente lombarda del movimento guidato dall`ex ministro Mario Baccini. Una spassosa video-inchiesta di Repubblica.it ha infatti dimostrato come gli intervenuti non sapessero affatto dove si trovavano. E neppure perché. Quel che era certo (e forse a un certo punto pure bastevole) era la gita esclusivamente gratuita che quei carneadi dei Cristiano-popolari avevano pagato loro, in pullman o in aereo, da Lonate Pozzolo fin giù giù alla meridionalissima Corleone.
Vabbé, qualcuno avrà pur comunicato i nome di chi si apprestava al solenne discorso. «Non lo so nemmeno chi è il leader», risponde sincero e completamente disinteressato uno degli intervistati. Il leader sconosciuto, Baccini, cerca comunque di nascondere il bluff e parla di grande partecipazione degli «ambienti di Varese, Pavia e Milano». E l`ignoranza contingente degli inconsapevoli intervenuti diventa un semplice e marginale dettaglio. Più realista invece il pragmatico Galati, politico calabrese doc che sa bene quanto le sedie vuote facciano male ai buoni propositi e alle formazioni elettorali emergenti. «È stata una proposta nuova – prova a balbettare – non è che è un partito collaudato… e quindi… tu sai… c`è un partito collaudato e so dove vado…».
Poi ci sono le promesse e i giri amicali o parentali, non fa molta differenza. «Mio suocero – dice un altro – che l`amico conosce una persona che ha ospitato dicendo che domenica 2 c`è questo nuovo movimento… fondato dal Pd…». Dal Pd? L`azzurro Galati che si mette a fare il gioco dei Democratici? «Del Pdl… avevamo promesso a questa persona che andavamo un po` di persone insieme a lui a stare lì…».
Formigoni parla e rimembra i tempi in cui era ancora “il celeste”. In platea si custodiscono cartelloni con impresso il suo nome. Anche questi affidati alle cure di ignare (e un po` scocciate) signore. «Sono un amico di Falvo… è un calabrese che… è un mio carissimo amico…». L`amico che porta gli amici alla convention degli inconsapevoli è Peppino Falvo, coordinatore lombardo dei Cp bacciniani. «Domenica di dicembre – è la sua constatazione –, dove le famiglie preferiscono uscire a fare un po` di shopping… voi siete qua ad ascoltare e sentire parlare di politica…». (Se è per quello, i presenti sentivano benissimo. Altra cosa è stabilire se il loro fosse un gesto di libera autodeterminazione).
Insomma, l`importante è fare numero, in modo che le impietose telecamere non trasmettano messaggi sgraditi, immagini mortificanti. Le stesse che hanno consegnato Fede all`inesistenza, dopo che molti osservatori avevano predetto la sola irrilevanza.