L`area filomontiana del Pdl fa proseliti anche in Calabria
LAMEZIA TERME Nemmeno l`ennesimo cambio di passo del Cavaliere sembra stupirli più. Giovanni Dima e Francesco Bevilacqua, entrambi parlamentari calabresi eletti col Pdl, non sembrano credere molto al…

LAMEZIA TERME Nemmeno l`ennesimo cambio di passo del Cavaliere sembra stupirli più. Giovanni Dima e Francesco Bevilacqua, entrambi parlamentari calabresi eletti col Pdl, non sembrano credere molto al dietrofront di Silvio Berlusconi («mi faccio da parte se Monti guida i moderati») e confermano la loro presenza alla convention di domenica a Roma promossa dalle fondazioni del centrodestra e dei loro leader – da Sacconi a Formigoni, da Lupi a Quagliariello ad Alemanno a Frattini -, con lo slogan «Italia popolare». In nuce quest`area diventa il «correntone» che fa capo ad Angelino Alfano, che chiuderà il convegno. E, almeno nella componente di Alemanno e dei suoi (tra questi ci sono, appunto Dima e Bevilacqua che ieri sera hanno partecipato a una riunione ristrettissima convocata proprio dal sindaco di Roma), la carica critica resta forte, tanto che difficilmente è immaginabile che l`iniziativa piaccia a Berlusconi . Ma alla riunione di domenica ci si muoverà comunque in un contesto all`interno della logica Pdl. Anche perché lo stesso Alfano, dopo giorni difficilissimi e ore – quelle che hanno preceduto le parole di Berlusconi – di grandissima tensione, tanto che è sembrato imminente un suo addio al partito, ieri sera era molto rinfrancato non solo per le frasi di stima del Cavaliere nei suoi confronti, ma per quelle sul suo «nemico Dell`Utri» che, come lui chiedeva, non sarà ricandidato.
Ciò significa che sulla composizione delle liste non si farà strage? Difficile prevederlo. Perché il Cavaliere, come ammettono tutti nel partito, ha fatto «la mossa giusta, quella del cavallo», impedendo di fatto che la più pericolosa delle fronde, quella dell`ampia area dei moderati del partito che erano pronti a lanciare la candidatura di Monti in contrapposizione alla sua, prendesse vita. Scegliendo di invocare lui stesso la discesa in campo del premier per «unire tutti i moderati», pur sapendo quanto l`operazione sia utopistica, Berlusconi ha così evitato che gli si potesse rimproverare di aver preso una deriva populista e contraria allo spirito fondativo del Pdl.